È stata inaugurata nella Cappella Marchi a Seravezza la mostra “Nuova risonanza. Opere di Jacob Lucius Cartwright” a cura di Lorenzo Belli. Erano presenti – oltre all’artista australiano e al curatore – l’assessore Valentina Mozzoni e il direttore della Fondazione Terre Medicee Davide Monaco.
“L’artista da anni vive e lavora a Pietrasanta – si legge sul sito della galleria Paola Raffo Arte Contemporanea che ha collaborato all’allestimento della mostra – ed è una delle figure più promettenti e visionarie della sua generazione che non si conforma ai dettami spettacolari della società di massa ma, attraverso frammenti autobiografici e tematiche ritenute essenziali, costruisce il proprio mondo artistico incoraggiando qualsiasi osservatore nella ricerca della propria intima realtà”. Cartwright “è un artista a tutto tondo che ha spaziato dalla musica alla scultura che segna l’ambiente interiore, occupandosi di dinamiche introspettive e di relazioni umane. La sua produzione esprime la proiezione di un universo umano ideale, frutto di un amore tra l’uomo e la natura, concretizzato con materiali naturali come il ferro, il legno e la pietra, delineato da forme sinuose che ricordano le onde sonore”.
L’esposizione offre “una ricognizione sui lavori recenti di Cartwright, caratterizzati dall’uso di materiali naturali che si fondono con lo spazio dell’ex chiesa della Madonna del Carmine e che gli ha dato lo spunto per creare ‘Seme’ un’opera di circa 6 metri di altezza. L’opera all’interno dello Spazio Cappella Marchi crea un’alternanza di vuoti e pieni e di volumi positivi e negativi, di maschile e femminile e fanno sì che l’opera sia un omaggio alla genesi, all’opportunità di rinascita insita nelle nostre scelte”. Questa grande istallazione “nasce da legname recuperato da un’imbarcazione, plasmato con ferro e resina per diventare un enorme seme. L’opera, nell’ambiente sacro della chiesa, crea una connettività quasi extra terrena fra terra e divino quasi fosse un portale energetico che risuona di una nuova energia vitale. La melodia che si sprigiona dalla scultura è il frutto della sollecitazione dell’opera attraverso impulsi di corrente che vengono fusi e disegnati dall’artista con il suono del Didgeridoo, strumento proveniente dalla sua terra, e melodie da lui composte. Il fruitore viene quindi immerso in un mondo percettivo di esperienza poli sensoriale e si muove in un ambiente alterato, quasi primordiale”.
Come si legge sul sito della galleria Raffo, “Jacob Lucius Cartwright è nato a Ferntree Gully, Australia nel 1982 ed è della terza generazione di una famiglia di artisti. La sua formazione artistica, unica nel suo genere, è stata informale, ma ha comunque permeato la sua vita quotidiana fin dalla più tenera età. D’altra parte la musica e la composizione hanno assunto un aspetto più istituzionale. A 12 anni fu accettato nel prestigioso Victorian College of the Arts per l’istruzione secondaria studiando musica. In seguito studiò con una borsa di studio completa all’Interlochen Arts Academy nel Michigan e poi a 16 anni fu accettato nel College terziario V.C.A. per la composizione musicale. Dopo molti viaggi di natura interna ed esterna ha lentamente lavorato sull’integrazione della risonanza, della forma e della pratica dell’ascolto. Ora può essere trovato nel suo studio a Pietrasanta. L’approccio di Cartwright alla scultura è reso unico dalla sua innegabile influenza dal mondo del suono e della risonanza e da come la pratica dell’ascolto lo avvicina alla sua natura umana e allo spirito. Per lui l’atto diretto della creazione – essere presente nel momento della scoperta – è tanto importante ora quando scolpisce quanto lo era improvvisare e successivamente comporre musica. Spesso interpreta il suono, la frequenza o la risonanza in forma. Le sue sculture sonore e le sue installazioni sono più concettuali e si possono trovare alla Bei Wu Art Foundation in Germania e la sua performance art collaborativa e site specific è stata presentata a Lucca, Bagni di Lucca Art festival, Cartasia e InTeatro in Italia, Fabrik Potsdam in Germania e Saari Manor in Finlandia. Gli sono state concesse residenze d’arte al Saari Residence dalla fondazione Kone in Finlandia, Mas des Graviers in Francia, Bei Wu Art Foundation in Germania e Villa Nappi in Italia. La sua scultura è stata esposta all’Hong Kong Visual Arts centre, La Via della Arte in Tonfano, Tuscany, Paola Raffo Arte Contemporanea in Pietrasanta, Italy, La Rondine Gallery in Italia e a Hong Kong, Leonida Estate in Toscana, Biennale di Soncino a Cremona, Barcelona SWAB art fair, Axes Collective a Bruxelles, La Polveriera a Pietrasanta e Australia House a Londra. Le sue opere si trovano in collezioni private in America, Inghilterra, Germania, Svizzera, India, Norvegia, Hong Kong, Italia, Giappone e Australia”.
La mostra, promossa da Alkedo, è visitabile in via Gino Lombardi, 38 a Seravezza fino al 30 luglio il venerdì, sabato e domenica con orario 18.30-21.