È una copia molto particolare della Divina Commedia quella esposta, da qualche giorno, alla Biblioteca comunale “Sirio Giannini” a Palazzo Mediceo.
Nelle scorse settimane, mettendo mano al riordino dell’archivio di Filadelfo Simi, è stato ritrovato un foglio di dimensioni 51×71 che riporta integralmente Inferno, Purgatorio e Paradiso. Si tratta di un’opera certosina, in copia, realizzata nel 1888 a Gorizia da un tipografo di nome Francesco Cossovel.
La storia che sta alla base di questo indiscusso primato è drammatica in quanto l’uomo perse un figlio, mentre stava giocando nella soffitta di casa. Il pavimento cedette di schianto e il bambino morì, precipitando al piano di sotto. Lo shock dell’uomo fu enorme, tanto da subire una deformazione del nervo ottico che, da quel momento, gli permise di vedere a occhio nudo cose di ridottissime dimensioni, senza bisogno dell’ausilio di lenti.
Decise così di cimentarsi in un’opera straordinaria, ovvero la trascrizione delle tre cantiche del capolavoro dantesca, tutte copiate a mano su un unico foglio e con l’ausilio di una speciale penna appositamente creata.
L’originale lavoro si compone di 14.233 versi, per circa 96 mila parole e 400 mila lettere, ogni cantica è racchiusa in un rettangolo e ciascun canto in una colonna di dimensioni ridottissime.
Nella parte superiore del foglio si trova un ritratto di Dante e la scritta “trascritto micro-calligrafo, a mano libera, senza uso di lente”.
Nel corso del tempo sono stati avviati numerosi e approfonditi studi per comprendere quante copie esistano di questa particolare opera ed è ovvio che gli originali rappresentino una vera e propria rarità.
La copia che era in possesso di Filadelfo Simi, adesso nel suo fondo conservato presso la biblioteca, non è un originale ma una copia, nonostante ciò conserva un suo fascino tanto da essere esposta e da attirare la curiosità dei frequentatori della biblioteca.