Venerdì 30 giugno alle ore 21.30 a Forte dei Marmi, presso la Libreria del Forte in via Piave 36 /A, Ettore Neri presenta il suo romanzo “L’inchiesta di San Lorenzo” edito da SEM Libri (368 pagine, 20 euro) da pochi giorni nelle migliori librerie, ingresso libero. Con l’autore dialogano il giornalista Luca Basile e Chiara Tommasi presidente del Centro Internazionale Studi Europei “Sirio Giannini” (CISESG). Una iniziativa realizzata in collaborazione con lo stesso CISESG e la Libreria del Forte.
Neri, imprenditore, sindaco di Seravezza dal 2006 al 2016 e attualmente manager nella sanità privata, si cimenta per la prima volta con una commedia dagli intrecci gialli che nasce da un incendio in un bosco vicino Seravezza e da un cadavere carbonizzato. È quello di Ermete Rosi, professore universitario all’apparenza senza nemici e con la passione per la bicicletta. Un ritrovamento che manda in frantumi la tranquillità di questa parte di Versilia dove tutti si chiedono se sia stato un incidente o un omicidio. Ma in questo secondo caso non ci sono indizi, testimoni e tanto meno dei moventi.
A occuparsi del caso è il comandante della locale Stazione dei Carabinieri, il trentacinquenne Nicodemo Gatti. Un investigatore di razza ma poco socievole e dal carattere spigoloso con in più una vita sentimentale travagliata tanto che il suo incarico assomiglia tanto a un trasferimento punitivo. La morte di Ermete Rosi, però, cambia tutto. Comincia così un’indagine nelle pieghe di quella Versilia interna che ha poco a che fare con il mondo patinato ed effervescente della riviera. Una terra aspra, popolata da personaggi intensi e sinceri, a volte ambigui e incoerenti, sempre alle prese con le proprie debolezze, stranezze, inquietudini. Un enigma fittissimo che, diradandosi, rivelerà una soluzione sorprendente e inattesa.
“L’idea di scrivere un romanzo ambientato in Versilia e in particolare a Seravezza – spiega Ettore Neri – mi è venuta alcuni anni fa ma l’ho poi ripresa nel 2018. Doveva essere un giallo a puntate, un feuilleton, un romanzo d’appendice. Ma la rivista che lo pubblicava è uscita solo tre volte quindi il progetto si fermò ben presto. Poi la vita e, soprattutto, l’attività politica e di amministratore pubblico hanno distratto la mia vena letteraria che, come un fiume carsico, è tornata alla luce con il tempo. Più che un giallo però considero il mio lavoro una commedia – ci tiene a precisare – dove cerco di mettere in risalto personaggi intensi e sinceri, a volte ambigui, ironici e incoerenti, sempre alle prese con le proprie debolezze, stranezze, inquietudini in particolare il personaggio principale Nicodemo Gatti. Il bello è che mentre io ero invecchiato, quindici anni non sono pochi, lui era rimasto bel bello ai suoi trentacinque anni di età. Dentro la storia – prosegue poi l’autore – ci sono poi diversi personaggi che traggono spunto, più o meno evidente, da persone che realmente vivono e sono attive nella nostra cittadina e in Versilia, ma ciò che fanno e cosa dicono nel romanzo non ha niente a che vedere con la loro vita reale. Invece la parte veramente autobiografica sono i luoghi che credo di aver reso bene e riconoscibilissimi e in particolare le nostre colline, le montagne e i fiumi che stanno dentro all’anima di ognuno di noi che viviamo in questa parte di Toscana”, conclude.