Qual è il valore sociale dello sport? La risposta, o meglio il ventaglio di risposte, che sono arrivate nel corso del convegno svoltosi a Villa Bertelli di Forte dei Marmi – ad organizzare l’evento il Consorzio di Promozione turistica della Versilia e il Coni provinciale, con il sostegno del Club Nautico della Versilia, con in prima fila Carlo Alberto Carrai e Stefano Pellacani – hanno indubbiamente dato vita ad un bel confronto di idee. Parole e concetti che sono piacevolmente sgorgate da voci importanti non solo provenienti dal mondo delle federazioni e del Coni ma anche, e soprattutto, dello sport praticato in tutte le sue declinazioni, da quello agonistico, a quello inclusivo per i portatori di handicap o per i soggetti fragili.
Fra chi ha messo il dito nella piaga di “un carente insegnamento dello sport a livello scolastico” e chi ha sottolineato “anche il valore della competitività nello sport, perché aiuta a crescere, a confrontarsi con le vittorie e soprattutto con le sconfitte da gestire serenamente, perché quando si perde si impara sempre qualcosa”, analisi che hanno visto protagonisti il presidente del Coni Toscana Simone Cardullo e il suo collega della Lombardia, Marco Riva, il presidente del Settore tecnico della Figc, Demetrio Albertini; il consigliere nazionale della Fidal, Alessio Pescini; il presidente della Federscherma, Paolo Azzi e il coordinatore di Sport e Salute della Toscana, Alessandro Viti.
Dallo sport praticato, come atleti o dirigenti sono arrivate le testimonianze di Katia Balducci e Donatella Lazzeri della Ginnastica Motto (che hanno un sogno due sogni nel cassetto: realizzare in città un piccolo palazzetto per la ginnastica e vedere nel 2028 almeno una loro atleta nel giro olimpico), lo schermitore Tommaso Martini, il rappresentante dell’associazione Fiore di Loto, Raffaello Giannini (“ogni atleta disabile o fragile che esce di casa e viene con noi, è una vittoria”) e la tennista Martina Giovannetti che al di là dello sport è anche una psicologa e psicoterapeuta (“lo sport è una medicina ideale, l’antidoto a quei giovani che oggi sono finiti dentro il vortice dei social e del web) e Marco Rossato, il velista-icona di come convivere con la disabilità, in mezzo al mare, senza rischi e sempre con il sorriso sul volto, un esempio per tutti.