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venerdì, Novembre 22, 2024

Impianti di radiofrequenza, Camaiore aggiorna il Piano Comunale. Nuove installazioni: le aree ridotte da 39 a 17

La Maggioranza del Consiglio Comunale di Camaiore ha approvato, nella seduta di ieri, l’Aggiornamento Annuale del Programma Comunale degli Impianti. Una tematica delicata, che ha visto l’Amministrazione lavorare intensamente e in maniera precisa per affrontare una nuova stagione delle installazioni degli impianti radiofrequenza, che, spinta dalle nuove logiche di mercato e dall’avanzamento tecnologico (fra cui il 5G), si presenta potenzialmente più aggressiva sotto il punto di vista commerciale e sempre più penalizzata nel controllo localizzativo e territoriale degli impianti da parte delle amministrazioni locali.

Il Governo Nazionale, per di più, ha recentemente deliberato l’aumento dei limiti emissivi consentiti per legge. In un quadro normativo e procedurale che già favorisce notevolmente i gestori, il Comune di Camaiore ha deciso di prendere in mano la questione, con l’obiettivo di contenere gli impatti e di anticipare le ripercussioni negative sul territorio, redigendo per la prima volta l’aggiornamento annuale previsto come possibilità per le amministrazioni comunali dalla Legge Regionale 49/2013.

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Per il 2024, infatti, sono pervenute all’Ente ben 39 richieste di nuove aree di ricerca per nuovi impianti telefonici. Tramite il lavoro dell’Amministrazione e con la consulenza esterna della società Polab, il numero delle zone potenzialmente oggetto di installazione scende a 17 (meno della metà), strettamente vincolanti. Spariscono così i vasti areali di ricerca proposti dai gestori e si applicano i criteri localizzativi previsti dal regolamento comunale: il cositing (compresenza di più stazioni emissive sul solito palo), obbligo della collocazione dei nuovi impianti in area pubblica comunale, allontanamento dai siti sensibili individuati da normativa.

“Siamo soddisfatti del lavoro svolto, perché abbiamo governato con serietà e preventivamente le richieste di un mercato sempre più dinamico, fatto di dura competizione tra aziende – spiega l’Assessore all’Urbanistica Iacopo Menchetti -. Un risultato per niente scontato, per il quale abbiamo attivato tutti gli strumenti normativi che ci sono dati a fronte di una legge nazionale che di certo non aiuta i Comuni nella tutela di territori e comunità, ma anzi favorisce i gestori. Il grande impegno di questa prima volta che abbiamo condiviso e comunicato con la comunità e con gli strumenti della partecipazione territoriale, lo rinnoveremo ogni anno per garantire il massimo controllo su una materia che ogni giorno ci passa sempre più sopra la testa”.

Oltre a questo, la Maggioranza Consiliare ha approvato anche un ordine del giorno che chiede formalmente al Governo di attivare criteri di monitoraggio istantaneo delle emissioni di radiofrequenza. Il 30 aprile, infatti, un DPCM ha, come detto, innalzato il limite emissivo di cautela da 6 V/m a 15 V/m, con una misurazione che si basa su una media calcolata nelle 24 ore. Con la suddetta mozione, prima di questo tipo in tutta Italia, viene espressamente richiesto al Governo di basare detto calcolo nell’intervallo di 6 minuti (così com’era previsto dalla norma precedente), anziché nella media giornaliera, in modo da garantire un monitoraggio continuo e preciso dei limiti di esposizione, che, adesso, potrebbe risultare fallato dallo scarso traffico elettromagnetico che si registra, come normale, nelle ore notturne.

“Ringrazio per il lavoro tutti i gruppi politici della maggioranza, che hanno sottoscritto questa richiesta da sottoporre ai vertici governativi di Roma – commenta l’Assessore all’Ambiente Sara Pescaglini, che ha collaborato alla stesura del documento -. Siamo uno dei primi Comuni in Italia a richiedere questa modifica ad un DPCM che rischia di generare dati poco attendibili, cosa che non possiamo ammettere per tematiche di tutela dell’incolumità pubblica come queste. Il lavoro del Comune di Camaiore è stato intenso e davvero puntale, ma adesso ci servono norme nazionali che ci aiutino nel contrasto ad un fenomeno dilagante come le installazioni incontrollabili durante il loro esercizio”.

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