Da qualche giorno è gratuitamente visibile a Villa Bertelli di Forte dei Marmi Il grano della bonifica lucchese, il grande dipinto su tela (cm 233 x 300) che il pittore viareggino Alfredo Catarsini realizzò nel 1940 per partecipare alla seconda delle tre edizioni del “Premio Cremona”, tra le più importanti kermesse per giovani artisti provenienti da tutta Italia che si svolse tra il 1939 e il 1941 nel capoluogo lombardo.
Dopo anni di oblio e un’esposizione a Seravezza dedicata al mondo agricolo, all’inizio del 2022 Il grano della bonifica lucchese era stato “rintracciato” a Grosseto grazie all’interessamento di un antiquario e subito era tornato visibile a tutti: prima in una galleria del capoluogo maremmano, poi nella Galleria di arte moderna e contemporanea di Viareggio e, nella primavera dello stesso anno, figurò tra i protagonisti di “Alfredo Catarsini: dalla darsena alla Linea gotica. Paesaggi, figure e grandi composizioni pittoriche (1917 – 1945)”, la prima mostra retrospettiva dedicata all’arte di Catarsini, curata dallo storico dell’arte Rodolfo Bona, e aperta fino all’8 maggio 2022.
Al termine dell’esposizione, il grande dipinto fu traslato nel vicino Palazzo Ducale di Lucca, sede della Provincia, dove vi è rimasto fino a qualche giorno fa; la Sala del Consiglio che lo accoglieva, infatti a breve sarà oggetto di un intervento di restauro per cui si era reso necessario trovare un’altra adeguata collocazione al dipinto, individuata in una sala del secondo piano di Villa Bertelli, a Forte dei Marmi, parte integrante del “Museo del quarto platano” che però vedrà la luce all’inizio della prossima primavera; inoltre Villa Bertelli è stata scelta anche perché è la tappa fortemarmina del “Cammino I luoghi di Catarsini”, che ospita anche il laboratorio esperienziale per non vedenti e ipovedenti.
La traslazione del dipinto da Palazzo Ducale di Lucca a Forte dei Marmi si è svolta senza alcun problema, alla presenza della Presidente della Fondazione Alfredo Catarsini 1899, Elena Martinelli; ad attendere l’opera a Villa Bertelli vi era il Presidente dell’omonima Fondazione Ermindo Tucci, emozionato di poter accogliere una così importante testimonianza artistica della pittura italiana del Novecento.
Nell’attesa della sua nuova, e quindi definitiva, destinazione, il dipinto si trova adesso, ed è visibile ogni giorno dalle 16 alle 19, nella Sala Treccani al piano terra della villa, insieme ai quattro ritratti a matita che Catarsini realizzò di se stesso, di Enrico Pea, Leonida Repaci e Arturo Dazzi.
Appena i lavori al secondo piano della villa termineranno, le opere di Catarsini si trasferiranno nello spazio del “Museo del quarto platano” loro assegnato.
Un quadro importante
Per la prima volta Il grano della bonifica lucchese compare in una foto che ritrae il pittore durante la sua realizzazione; quella foto, involontariamente diventata per anni l’“indizio” di una ricerca, fu pubblicata nel volume Alfredo Catarsini. L’arte vera affascinante amica, a cura di Elena Martinelli e Claudia Menichini, presentato nell’estate del 2021 alla Versiliana dall’odierno Sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi e dalla Presidente dell’Accademia delle Arti del Disegno Cristina Acidini. In quell’occasione fu proprio il critico d’arte a indicare Catarsini come uno dei pittori italiani, tra quelli che parteciparono alle tre edizioni del “Premio Cremona”, da valorizzare di più perché rappresentanti un’arte fortemente innovativa.
Da parte sua lo storico dell’arte Rodolfo Bona, sulla scheda del dipinto scrisse: “Il secondo ‘Premio Cremona’, si tenne dal 19 maggio al 21 luglio 1940. Il grano della bonifica lucchese fu dipinto tra il 1939 e la fine d’aprile del 1940 ed è firmato in basso a destra ‘A. Catarsini’. Reduce dal successo ottenuto alla prima edizione del Premio Cremona del 1939, l’anno successivo il pittore inviò a Palazzo Affaitati di Cremona il dipinto Il grano della bonifica lucchese. L’esposizione fu dedicata a La battaglia del grano e, anche se non vinse alcun premio, il quadro fu apprezzato sia in Italia sia alla Künstlerhaus di Hannover, dove venne esposto lo stesso anno fra i 69 quadri accuratamente selezionati fra i meno noti al pubblico tedesco, nell’ambito del gemellaggio culturale con la città della Bassa Sassonia. In anni più recenti è riapparso a Seravezza, nell’ambito di una mostra dedicata al lavoro agricolo e, perfettamente conservato, consente oggi di apprezzare la stesura pittorica e le scelte cromatiche del pittore, caratterizzate da una pittura chiara e luminosa che si fa più solida nei piani più vicini per divenire più leggera nello sfondo. Acquistato quindi dalla Fondazione Catarsini, nell’ambito di un più vasto recupero della produzione del pittore, può oggi essere nuovamente visibile al pubblico. Delle tre opere che Catarsini presentò al Premio Cremona, Il grano della bonifica lucchese è l’unica rintracciata, a testimonianza della generale dispersione dei quadri che concorsero al ‘Premio Cremona’ fra 1939 e 1941 e dell’importanza della ricomparsa dell’acquisizione dell’opera”.
In definitiva, il dipinto rappresenta un tassello importante della produzione del pittore viareggino tornato al suo posto, permettendo a tutti di comprenderne meglio la parabola artistica.