L’amministrazione di Seravezza aderisce alla petizione promossa dalla Coldiretti contro il cibo sintetico e guarda nella direzione di una riscoperta delle coltivazioni in proprio e di prossimità.
Un tema affrontato nell’ultima seduta di giunta, tenendo conto dell’importante ruolo spettante al Comune per la salvaguardia dei diritti fondamentali alla salute e alla corretta alimentazione. La decisione unanime è dunque di sostenere la petizione di Coldiretti e tutte quelle iniziative di sensibilizzazione finalizzate a evidenziare i rischi della diffusione del cibo artificiale.
Numerose le motivazioni che fanno propendere per questa decisione, tra le quali il fatto che il cibo sintetico comporta un maggiore consumo di acqua ed energia rispetto agli allevamenti tradizionali, limita la libertà dei consumatori e omologa le scelte sul cibo, favorisce gli interessi di pochi operatori che rischiano di monopolizzare l’offerta di cibo nel mondo, trattandosi di brevetti e tecnologie con alti costi tali da rimanere nelle mani di pochi grandi investitori, spezza il legame esistente tra cibo e natura e, soprattutto, non tutela la salute dei cittadini.
Un punto fondamentale questo, dato che non esistono garanzie sulla sicurezza dei prodotti chimici e l’esperienza sino ad ora maturata è decisamente limitata per giungere a conclusioni differenti.
Tutela della salute e dei prodotti tradizionali sono quindi i capisaldi di questa scelta dell’amministrazione comunale, finalizzata appunto a valorizzare le produzioni tipiche e a rilanciare anche la coltivazione come momento di socializzazione.
“Una scelta adottata per tutelare in primis la salute dei cittadini ma anche per valorizzare le nostre produzioni e tradizioni, privilegiando la dieta mediterranea – spiega l’assessore all’ambiente Michele Silicani – ci troviamo peraltro in una zona che, pur non essendo a vocazione agricola, pratica da sempre le coltivazioni in proprio. Il nostro obiettivo è, a fianco della tutela della salute, quello di lavorare per un’educazione alimentare che faccia riscoprire l’importanza degli orti di prossimità i quali potrebbero anche diventare occasione per sviluppare una nuova socialità, penso alla lavorazione di piccoli appezzamenti di terreno da parte di più persone, coltivando così non solo i prodotti tradizionali e di stagione ma anche un rinnovato piacere per l’incontro e la condivisione”.
Una strada, dunque, che guarda a ben altri modelli rispetto al cibo sintetico e alle nuove tendenze che stanno immettendo sulle tavole prodotti anche naturali ma assai inusuali per le nostre tradizioni culinarie, come sta avvenendo ad esempio con l’utilizzo degli insetti.
“Scenari dinanzi ai quali riteniamo sempre più importante valorizzare le nostre tradizioni – aggiunge Silicani – seguendo quella diffusa riscoperta avvenuta su ampia scala durante il lockdown e che ha portato a una massiccia attenzione verso giardini e orti, tendenza peraltro che sta avendo un seguito dato che sono sempre di più le persone interessate a fare della coltivazione in proprio un sano hobby e anche un differente stile di vita”.