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lunedì, Novembre 25, 2024

Lago di Porta: parte l’operazione di cattura delle testuggini americane. Scatta anche l’allarme cani sciolti

Sono iniziate in questi giorni le sessioni per la cattura al Lago di Porta delle testuggini palustri americane appartenenti al genere Trachemys, che appartenendo ad una specie esotica, hanno un impatto negativo sulla biodiversità dell’area e sulla testuggine palustre europea Emys orbicularis.; gli esemplari catturati saranno portati presso il Centro dei Ronchi a Massa in via Donizetti, gestito dalla associazione L’Assiolo, autorizzato dalla Regione Toscana ad ospitare tartarughe esotiche.

E’ quanto si legge sul sito del Comune di Montignoso, il quale spiega anche come l’azione di cattura rientra nel Primo Programma d’Azione del Contratto di Lago, firmato da enti, associazioni e cittadini il 29 giugno scorso. Il Comune di Montignoso, con nota prot.16381 del 5 agosto scorso, ha provveduto a comunicare alla Regione Toscana l’inizio a breve termine dell’azione di cattura.

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Le catture sono effettuate utilizzando nasse della dimensione 40 x 80 cm, riconoscibili da una bottiglia di acqua vuota che serve come galleggiante. L’amministrazione comunale invita i cittadini a non spostare le nasse in quanto finalizzate alla cattura delle sole testuggini palustri americane appartenenti al genere Trachemys.

Inoltre, il Comune di Montignoso avvisa che continuano a pervenire segnalazioni circa la presenza di cani sciolti non solo sull’argine del Lago di Porta ma all’interno del canneto e degli specchi d’acqua. “Il Lago di Porta è un’area protetta a livello europeo – spiega l’Ente sul proprio sito internet – , una Zona di Protezione Speciale al cui interno sono presenti specie di interesse conservazionistico, rare, la maggior parte delle quali vivono e si riproducono nel canneto. Quindi, il libero vagare di cani all’interno del canneto e degli ambienti della zona umida è dannoso per gli animali selvatici, che possono venire predati o spaventarsi abbandonando i piccoli o le aree di alimentazione e riposo. Il cane, infatti, è un animale domestico: non fa più parte degli ecosistemi e dell’equilibrio che li regola, la sua presenza in aree di elevata naturalità è da considerarsi estranea, ‘potenzialmente dannosa’ e quindi da gestire e regolamentare”.

L’amministrazione comunale riporta così quanto comunicato dal Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise con un post Facebook,  invitando i cittadini a tenere i cani al guinzaglio e sui percorsi segnalati (argini):

  • I cani possono sfuggire al controllo del padrone inseguire e predare fauna selvatica, arrivando anche all’uccisione della stessa quando si tratta di individui di piccola e media taglia. Per questo, laddove la presenza dei cani è consentita vanno SEMPRE tenuti al guinzaglio, come ribadisce la legge.
  • Il cane, anche se controllato dal padrone, lascia sempre tracce del proprio passaggio: peli, escrementi, odori e marcature territoriali possono condizionare il comportamento di altri animali selvatici causando loro di conseguenza un danno a livello fisiologico e biologico.
  • In caso di un incontro diretto con un animale selvatico, la sola vista del cane (riconosciuto da loro come un antagonista o un predatore) può causare stress o reazioni impreviste da parte degli animali selvatici.
  • Gli animali selvatici disturbati, potrebbero abbandonare i propri piccoli ed abbandonare le aree di riposo o alimentazione, vedendo alterato il loro ciclo biologico.
  • Gli escrementi solidi e liquidi lasciati dal cane, oltre a rappresentare un veicolo di trasmissione di malattie, indicano a molte specie selvatiche la presenza di pericoli, perché riconoscono tali tracce come quelle di un predatore. Ciò crea stress e disturbo nelle popolazioni presenti.
  • I nostri cani possono essere vettori di molte patologie parassitarie e infettive, pericolose per la fauna selvatica e possono introdurre o recepire dall’ambiente silvestre degli agenti di malattia nuovi, per i quali i sistemi immunitari dei selvatici e del cane non hanno capacità di reazione efficace. A differenza di quelli domestici, gli animali selvatici non possono ricevere le necessarie cure né la prevenzione per tutte le patologie che li colpiscono. I cani possono trasmettere malattie molto contagiose: il cimurro, la leptospirosi, la rogna, le parassitosi intestinali, l’echinococcosi.

Il Comune di Montignoso chiede così ai cittadini collaborazione per il rispetto di quanto evidenziato, e ricorda anche che il Regolamento dell’area protetta prevede che i cani siano tenuti al guinzaglio e sui sentieri segnalati.

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