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venerdì, Novembre 22, 2024

Monte Forato, per il solstizio d’estate il sole sorge due volte in Versilia il 19 e il 21 giugno

Fra le infinite peculiarità che contraddistinguono le Alpi Apuane, questa catena montuosa che si estende a nord dalla Cresta Garnerone al Monte Matanna a sud offre un’autentica stranezza della loro conformazione geologica. Si tratta del Monte Forato, ben visibile da Cardoso e Pontestazzemese.

Conosciuto anche come Penna o Punta Forata, si colloca fra i massicci della Pania della Croce e del monte Nona. E’ formato da due cime poco distanti l’una dall’altra – 1.223 metri quella meridionale e 1.209 quella settentrionale – ma la sua vera e propria caratteristica è costituita, appunto, da un grande foro che fende il monte nel lieve avvallamento fra le due cime sopracitate. Largo 32 metri e alto 26 ha una volta il cui spessore minimo è di 8 metri. Ovviamente è possibile attraversarlo con le cautele degli esperti e il valico non poteva non chiamarsi “Passo del Monte Forato”.

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Detto che da qui si raggiungono agevolmente le due vette, la sua collocazione est-ovest permette soprattutto ai raggi del sole – quando questi solcano un cielo sereno, come fortunatamente è accaduto questa estate – di attraversarlo due volte all’anno tanto da sorgere per due volte in Versilia e tramontare per altrettante volte in Garfagnana. Ciò avviene per il solstizio d’estate e precisamente il 19 e 21 giugno di ogni anno. La via più breve per raggiungere questo scherzo della natura è quella che dalla Garfagnana parte dalla Foce di Valli e dalla Versilia dalla Foce di Petrosciana per mezzo di una via ferrata. Realizzata dalle sezioni versiliesi del Club Alpino Italiano è stata intitolata all’ingegner Renato Salvatori del Cai di Forte dei Marmi. Per mezzo di questo percorso gli esperti rocciatori – e solo loro – possono raggiungere le vette del Forato in circa quaranta minuti. Evidente che qui sono necessari corde e moschettoni, oltre ad una buona dose di sangue freddo.

Ma poco prima del solstizio d’estate e precisamente il 19 giugno ricorre l’anniversario della tragica alluvione del 19 giugno 1996. Ebbene, in questa occasione da alcuni anni anche il Monte Forato è entrato a far parte della memoria di questo tragico evento, perché i volontari del Soccorso Alpino si inerpicano fino alla sua sommità per far si che nella notte fra il il 15 e il 16 e fra il 16 e il 17 giugno il foro venga illuminato perché da Cardoso e Pontestazzemese – gli abitati più colpiti dall’alluvione – anche di notte si faccia un pensiero per le dodici vittime che la furia delle acque spazzò via in quella che avrebbe dovuto essere una tranquilla giornata di fine primavera.

Ecco così che questo strano e unico monte apuano costituisce una delle tante caratteristiche geomorfologiche che costellano la catena che si allunga per circa 60 chilometri dal Monte Prana alla Cresta Garnerone. Costituisce l’unica anomalia di eccezionale rilievo fra le tante che fanno delle Alpi Apuane una università a cielo aperto anche sotto il profilo della vegetazione, visibile in tutte le sue componenti, cioè dai fiori ai cespugli fino alla vegetazione che cresce nelle parti più basse, nel parco che è stato opportunamente realizzato al Pian della Fioba sotto il Passo del Vestito sul versante massese.

Mario Pellegrini

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