Un linguaggio contemporaneo, flessibile ed essenziale, capace di inserirsi con discrezione nella conformazione sofisticata dell’edificio, generata dai vari interventi di ristrutturazione e accorpamento realizzati tra la seconda metà del XVII secolo e la prima del XIX. Sono le linee guida del progetto per il restauro di Palazzo Moroni, elaborato per conto dell’amministrazione comunale dall’architetto del Comune Alessandro Dazzi e dal “collega” Stefano Dini e approvato dalla giunta del sindaco Alberto Stefano Giovannetti nel corso dell’ultima riunione di venerdì.
“Dal ‘90 al 2002 – ricorda Matteo Marcucci, assessore a lavori pubblici e manutenzioni – il palazzo fu interessato da alcuni interventi di risanamento e adeguamento funzionale. Con questo progetto completiamo quel percorso ma soprattutto diamo un impulso nuovo all’edificio, destinando primo e secondo piano, finora inutilizzati, a spazi espositivi ed eventi d’arte contemporanea”.
Il piano di lavoro, organizzato per non interferire con l’attività del Museo archeologico versiliese “Bruno Antonucci” allestito al piano terra di Palazzo Moroni, prevede la ristrutturazione dell’ingresso lato via XX settembre, in termini di accessibilità e sicurezza; l’adeguamento dei servizi igienici; una completa dotazione impiantistica a servizio anche delle nuove aree espositive, undici in totale fra primo e secondo piano; la riconfigurazione del collegamento fra i due livelli, completando anche l’installazione dell’ascensore; il recupero di infissi, intonaci e apparati decorativi; la posa di un pavimento “seminato alla veneziana” con inerti in marmo bianco di Carrara (non sono più presenti le pavimentazioni originali) e, all’esterno, manutenzione delle facciate e riqualificazione dello “scalone monumentale” a doppie rampe, uno degli elementi d’immediata riconoscibilità e impatto visivo per piazza Duomo.
“Alla fine non avremo solo alcuni spazi espositivi in più – prosegue Marcucci – ma una rivalutazione di tutti gli elementi architettonici di Palazzo Moroni che sarà, così, ancora più interessante e attrattivo. Siamo in un momento particolare, in corsa per il titolo di Capitale italiana dell’arte contemporanea 2027 ed è un motivo in più per offrire nuove prospettive di sviluppo al nostro già vivacissimo circuito culturale”.
Il progetto andrà a gara entro il mese di ottobre; l’obiettivo è aprire il cantiere prima della fine dell’anno e concludere le lavorazioni nei 12 mesi successivi. Un milione e 700 mila euro l’investimento dell’amministrazione che, dopo l’ex Camp, prosegue nell’opera di rigenerazione del proprio patrimonio edilizio andando a recuperare uno dei luoghi simbolo per la comunità di Pietrasanta e iconico per l’immagine del centro storico.