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venerdì, Febbraio 7, 2025

Cure del Parkinson, quando Ubaldo Bonuccelli fu chiamato nel team di Muhammad Alì… Il ricordo di Diolaiuti

Riceviamo e pubblichiamo un ricordo del professor Ubaldo Bonuccelli scritto dal giornalista Fabrizio Diolaiuti con il quale scrisse il libro “Intervista al cervello”. Il ricordo è intitolato “Ubaldo, vorrei tanto che tu potessi correggere questo mio scritto”.

L’ho conosciuto giocando insieme a pallone nei campi del viola club di Viareggio, dal Bongi. Eravamo giovani e il pallone ci aiutava a ritornare bambini così lo chiamavo Ubigol  o Ubaldigno. Poi mi ha tirato dentro la grande avventura della sua associazione l’ARNO dove ho trovato Gianfranco Antognoli che era già mio amico. Siamo partiti in quarta e ne abbiamo fatte di tutti i colori. Come il premio ATORN (Associazione toscana ricerca neurologica che poi è diventata ARNO) nell’atrio dell’ospedale Versilia dato a Andrea Bocelli che canto per i malati e per il pubblico presente. Due anni dopo lo demmo a Giorgio Panariello venne anche Bocelli. Il grande parcheggio dell’ospedale non bastò. Macchine parcheggiate sulla via. Il direttore Giancarlo Sassoli era disperato, meno male andò tutto bene.

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Poi il periodico Amici del Cervello news e poi il nostro libro. Mi chiamava a condurre convegni all’università, ma si parlava il professorese così gli dissi. Scusa Ubaldo perché non scriviamo un libro dove si spiegano i meccanismi del cervello alla gente comune? All’inizio era un po’ perplesso poi accetto. Lui il cervello ed io il giornalista che traduceva i paroloni in linguaggio accessibile a tutti. Era pignolo, una pagina me la faceva riscrivere anche tre volte. Ma poi il risultato fu sorprendente.

La nostra Intervista al Cervello edito dalla Sperling e Kupfer entrò anche in classifica: terzo posto, non ricordo se sul Corriere della Sera o su Repubblica. L’anno dopo usci in versione economica. Un successo. Ci tirai fuori uno spettacolo teatrale. Anche qui all’inizio era un po’ perplesso ma poi gli piacque e così ogni volta che incontravamo le scuole prima voleva lo spettacolo e dopo lui rispondeva alle domande dei ragazzi.

Un giorno mi disse. Vado in America Phoenix in Arizona presso il Barrow Neurological Institute e Centro Medico St. Jospeh – Muhammed Alì Parkinson Center nel team del professore Abraham Lieberman per una ricerca neurologica internazionale. Sto via quattro mesi. Vado su internet e vedo che il team internazionale di cui fa parte Ubaldo si occupa anche delle cure personali di Muhammad Alì (Cassius Clay). Gli telefono e gli dico di farsi una foto con il grande Muhammad Alì. Non la voleva fare. Ho insistito e per fortuna c’è e l’ho anche ritrovata.

Del nostro rapporto personale non ne voglio parlare. Sono cose nostre. Belle, molto belle. Estremamente intelligenti perché lui sapeva illuminare la mia mente. E non solo la mia.

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