La Scuola di Musica “Don Gino Gragnani” di Viareggio anche quest’anno si presenta al pubblico con alcuni allievi della classe di organo del maestro Eliseo Sandretti. Gli allievi si esibiranno infatti domenica 14 aprile nel Santuario della SS. Annunziata, alla consolle dello strumento recentemente restaurato nella parte fonica, e quindi tornato alla splendida sonorità originaria.
Questa scuola, intitolata al parroco di San Paolino prematuramente scomparso, è nata all’inizio degli anni ’80 per la formazione di organisti in grado di animare la liturgia, e quindi rivolta sia a coloro che non hanno la men che minima preparazione musicale che a coloro che hanno già una certa conoscenza degli strumenti a tastiera e che si vogliono avvicinare all’organo. Non ultima attività di questa scuola è quella di prevedere anche corsi personalizzati rivolti soprattutto agli organisti che desiderano ulteriormente perfezionare la loro conoscenza dello strumento. Come ad esempio l’ingegnere Paolo Domenici che abitualmente suona nelle liturgie domenicali e non solo nelle chiese di Sant’Antonio e della SS. Annunziata. Perché oltre alla conoscenza dello strumento – e si nota nel programma da lui eseguito – è anche un esperto compositore.
Quindi, con inizio alle ore 16,30, si presenteranno alla consolle dell’organo i seguenti organisti nell’ordine seguente con i rispettivi programmi:
- Paolo Domenici eseguirà: di Girolamo Cavazzoni “Ave Maria Stella”, di Alessandro Sandretti: “Preludio al Corale Mistero della cena” e di Paolo Domenici (lo stesso organista) “Preludio al Corale ‘O haput voll Blut ubd Wunden” e “Fuga su di un tema di Puccini”.
- Ezio Landucci proporrà: di Giuseppe Gherardeschi “Versetto solenne P.VI. 11 n°3 adagio” e di Anonimo del XVIII secolo “Ite missa est (dalla messa piana per organo)”.
- Emilio Del Bianco, a cui è affidata l’esecuzione di “Preludio e fuga in Do Maggiore BWV 531” di Johann S. Bach.
- Francesca Cucchi infine avrà il compito di eseguire sempre di Johann S. Bach “Concerto II (da Antonio Vivaldi op. 111 N° 8) in La minore BWV 593”.
Mario Pellegrini