Appuntamento con uno dei misteri italiani lunedì 24 aprile alle 18 nel Giardino d’Inverno di Villa Bertelli a Forte dei Marmi, dove Tommaso Strambi, capocronista di Qn-La Nazione di Viareggio presenterà il suo libro “Siena, la sua banca e una scomoda verità. Chi ha tradito David Rossi” di Baldini+Castoldi. L’autore dialogherà con il giornalista Enrico Salvadori.
Fu suicidio o omicidio la morte di David Rossi il 6 marzo 2013 volato giù da una finestra di Rocca Salimbeni a Siena? Tommaso Strambi, al tempo, era capocronista della redazione senese del quotidiano e di Rossi era amico e con lui, d’estate e d’inverno, all’alba, correva lungo le strade della città toscana. Pagina dopo pagina, racconta una Siena scossa dalle tante inchieste esplose in quegli anni (da quella sul dissesto nei bilanci dell’Università a quella sulle elezioni per il rettore, da quella sull’aeroporto di Ampugnano a quella sui conti dell’Asl, fino a quelle sul Monte dei Paschi). Capitolo dopo capitolo, con il taglio dell’inchiesta giornalistica, ma con la scrittura del romanzo, l’autore si addentra nei vicoli medievali e nei crocicchi antichi di Siena e ci aiuta a comprendere una città complessa e diffidente, difficile da scrutare.
Ne esce un ritratto collettivo, che Strambi tratteggia con lucidità e con equilibrio, ma anche con la sagacia di chi non si accontenta dello storytelling conformista. “Io non penso nulla”: l’avvocato Giuseppe Mussari, ex presidente di Banca Mps, è perentorio davanti ai componenti della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla morte dell’ex manager senese. Quasi agnostico quando gli chiedono che idea si è fatto sul decesso di Rossi, che l’ex banchiere aveva voluto accanto a sé come capo della comunicazione prima alla Fondazione Mps e successivamente in banca perché “era il più bravo di tutti”. Erano amici. E che amici. Poi, commuovendosi, dice: “Per capire cosa è successo bisogna tornare a quei giorni, a quel clima d’odio che si respirava a Siena”.
Un’atmosfera di sospetti e recriminazioni, di accuse e di delazioni, di monetine che, come per Craxi vent’anni prima fuori dall’Hotel Raphael, non mancarono nel febbraio del 2013 quando l’avvocato Mussari arrivò a Palazzo di Giustizia per essere interrogato. Il libro, dunque, racconta la storia di quegli anni, di quel clima, attraverso gli appunti, i ricordi di riunioni e incontri vissuti in prima persona, ma anche con documenti inediti.