Da Sant’Anna di Stazzema alla Striscia di Gaza. Dai crimini di guerra commessi dai nazifascisti in quello che oggi è il Parco nazionale della Pace di Stazzema a quella che Marco Tarquinio, eurodeputato ed ex direttore del giornale Avvenire, ha definito una “pulizia etnica”, una intollerabile “disumanità” che si sta compiendo nelle terre della palestinesi.
La Festa della Repubblica a Sant’Anna di Stazzema è stata celebrata con una conferenza nella sala Padre Ernesto Balducci al Museo storico della Resistenza di Sant’Anna. I temi sono stati l’attualità e i valori della Carta Costituzionale e della Repubblica italiana che come ha ricordato il sindaco di Stazzema Maurizio Verona sono nati “in luoghi come questo, teatri di stragi nazi-fasciste. Sant’Anna oggi, Marchio del Patrimonio Europeo, ha ottenuto questo riconoscimento proprio perché le politiche di pace che quotidianamente sviluppiamo con migliaia di studenti sono i valori umani della Comunità Europee e della nostra Democrazia”. Per l’Associazione Martiri di Sant’Anna di Stazzema è intervenuto Graziano Lazzeri. La giornata ha proseguito con la presentazione del libro “Tu non sai le colline dove si è sparso il sangue” di Gianluca Fulvetti e Jonathan Pieri, e si è conclusa con i Kinnara in concerto sulla piazza della chiesa.

L’eurodeputato Marco Tarquinio proprio dal Parco nazionale della Pace si è schierato nuovamente contro il riarmo dell’Europa. E ha poi fatto un appello al Noi collettivo, il popolo: “Noi tutte e noi tutti siamo la Repubblica, la sua gente, la sua articolazione comunitaria. E la Repubblica che noi siamo ‘ripudia la guerra’”». Perché “abbiamo chiaro, e purtroppo sperimentiamo di nuovo, che la smemoratezza genera mostri e primo fra tutti il mostro della guerra. Guerra mondiale a pezzi, come ci ha fatto capire una volta per tutte un Papa che aveva scelto il nome di Francesco. Guerra i cui pezzi si stanno saldando in terribile crescendo. Guerra che torna a fare a pezzi vita e speranza, giustizia e libertà, fraternità e pace – ha affermato Tarquinio -. Noi, a uno a uno, a una a una, e tutti insieme, a questo dobbiamo resistere e questo dobbiamo saper essere: argine civile e democratico baluardo”. Tarquinio ha citato “Enrico Berlinguer, segretario del Partito comunista, con il suo articolato e profondo ‘prima di tutto la pace’”, e poi “Giorgio La Pira, padre costituente, sindaco di Firenze, presidente della Federazione mondiale delle Città Unite, uomo di pace e costruttore di ponti apparentemente impossibili fino a Mosca e Hanoi”. Parola d’ordine quindi è la “diplomazia” a cui non rinunciare e “lasciarla diventare il campo delle mediazioni, delle azioni e dei calcoli di satrapi, autocrati o aspiranti tali. Quattro nomi per tutti: il presidente russo Putin, il premier israeliano Netanyahu, il presidente turco Erdogan e – ultimo non ultimo – il vecchio-nuovo signore della Casa Bianca Trump”.

Tarquinio ha concluso parlando di Gaza: “La violenza inenarrabile scatenata dal quel governo contro la popolazione palestinese di Gaza, ma anche della Cisgiordania ancora e sempre illegalmente occupata ed espropriata, e nonostante le persino ostentate violazioni del diritto internazionale e dei più elementari princìpi di umanità. La caccia in stile nazista agli ebrei condotta il 7 ottobre dai miliziani di Hamas, gli assassini, gli stupri e le prese in ostaggio sono stati e restano un crimine orribile. Ma nessun crimine giustifica un altro crimine. Ed è da più di 600 giorni, non da oggi, che assistiamo pressoché inerti all’assolutamente intollerabile disumanità della pulizia etnica e dello sterminio perseguito con armi, sete, fame e malattie nelle terre palestinesi. Una mattanza di inermi, che ha fatto sinora più di 40 morti palestinesi per ogni morto israeliano. Un’immensa vendetta, una violenza assassina che ovunque si sta finalmente cominciando a esecrare e che la gente di questa terra toscana sa riconoscere meglio di ogni altro. Sono perciò anch’io profondamente grato al presidente Sergio Mattarella per avere interpretato, rivolgendosi agli ambasciatori di tutto il mondo riuniti al Quirinale per questa Festa della Repubblica, la sofferenza e la ribellione della stragrande maggioranza del popolo italiano per gli orrori di Gaza. E gli sono grato, come voi tutti, soprattutto per aver affermato con pacata fermezza il diritto del popolo palestinese a “un proprio focolare entro confini certi” nelle terre che abita da secoli e secoli. È quasi la stessa espressione usata più di cent’anni fa per aprire il processo che portò alla nascita dello Stato di Israele”.