Un fil rouge che legherà il passato di Sant’Anna di Stazzema con il presente della città di Bucha in Ucraina. A creare questa unione simbolica, per due luoghi feriti da atroci crimini contro l’umanità, tre opere artistiche riprodotte in ceramica in duplice copia. Oggi – venerdì 24 febbraio -, i tre lavori in terracotta sono stati presentati alla Fabbrica dei Diritti nel Parco nazionale della Pace: una copia verrà collocata qui, mentre le altre tre opere identiche saranno installate nella cittadina ucraina, teatro di una delle prime stragi di civili attuata dai soldati russi.
Le tre opere – di misura 80 per 120 centimetri – realizzate in ceramica lucida (in grado quindi di poter resistere all’esterno in qualsiasi condizione) riportano gli stessi colori dei quadri dei dipinti del Trittico “Da Sant’Anna di Stazzema a Bucha”, dell’autore Carlo Carli. I tre quadri, la scorsa estate, erano stati esposti in una mostra dall’omonimo titolo nella Fabbrica dei Diritti, e rappresentano immagini di guerra a Mariupol, o l’Ossario di Sant’Anna, scenari reali che si intersecano con lavori artistici del passato come “La strage degli innocenti” di Guido Reni e la “Flagellazione di Cristo” di Caravaggio.
“Di fronte ai ripetuti crimini contro l’umanità compiuti dalle forze militari russe sulla popolazione civile dell’ucraina ho immediatamente sentito l’urgenza di rappresentare con immagini la similitudine con quanto fatto dai nazifascisti con immani sofferenze ed orrore sulla popolazione civile italiana ed in particolare bambini, donne, anziani durante la seconda guerra mondiale – spiega l’onorevole Carli, che è stato anche il primo firmatario della legge che ha istituito nel 2001 il Parco nazionale della Pace a Sant’Anna -. Quindi il mio pensiero si è focalizzato su due luoghi emblematici di queste atroci sofferenze e sopraffazioni su vittime civili innocenti: Sant’Anna di Stazzema e Bucha. Ho realizzato in ceramica il trittico ‘Da Sant’Anna di Stazzema a Bucha’ in due esemplari da collocarsi uno Sant’Anna e l’altro a Bucha”.
Alla presentazione ha preso parte anche l’Associazione Martiri di Sant’Anna, rappresentata dal superstite Mario Marsili, figlio di Genny Bibolotti Marsili medaglia d’oro al merito civile, e Graziano Lazzeri figlio di Adele Pardini, un’altra superstite, e nipote di Cesira Pardini medaglia d’oro al merito civile. Fra qualche settimana le tre ceramiche svetteranno all’esterno della Fabbrica dei diritti, di fianco all’ingresso, in verticale.
Quando ci saranno le giuste condizioni, la volontà del sindaco di Stazzema e presidente dell’Istituzione Parco nazionale della Pace di Sant’Anna Maurizio Verona, e di Carli, è quella di consegnare i tre manufatti a Bucha. Di questa iniziativa ne è già a conoscenza l’Istituto italiano di cultura a Kiev, l’ambasciatore italiano nella capitale ucraina, l’ambasciatore dell’Ucraina a Roma, il sindaco di Bucha e il consolato onorario dell’Ucraina a Firenze. Nei prossimi giorni da Stazzema verrà portato avanti il percorso attraverso i dovuti canali istituzionali per fare in modo che a Bucha sia trovato un giusto luogo per installare le ceramiche. A crearle e stamparle, con un lavoro certosino, è stata l’azienda Forme 2000, che ha sede a Sassuolo, intercettata grazie all’Unione delle Fornaci di Montelupo.
Un contributo importante per la loro realizzazione è stato dato dal Rotary Club Viareggio Versilia. “Siamo onorati e gratificati del rapporto ormai consolidatosi con la Comunità di Sant’Anna di Stazzema – ha dichiarato il presidente del Rotary Club, Bruno Ulisse Viviani – e dopo il nostro contribuito al restauro della lapide originaria recante i nomi delle vittime della strage del 1944, che andò distrutta nel fortunale del 2015, collocata successivamente alle Fosse Ardeatine di Roma, abbiamo fortemente sostenuto questo nuovo progetto: la realizzazione di due copie dell’opera trittico realizzata da Carlo Carli. Siamo veramente e nuovamente orgogliosi di questa ulteriore iniziativa che ad un anno dall’inizio della guerra in Ucraina assume un significato importante e deve far sentire più forte che mai la nostra vicinanza a chi ne è ancora colpito”.