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venerdì, Novembre 22, 2024

Verona boccia la programmazione dell’offerta formativa scolastica: “La montagna è penalizzata”

Il sindaco di Stazzema, Maurizio Verona scriverà alla Giunta Regionale Toscana per segnalare il  disagio dei territori montani per la approvazione della delibera n. 711 del 20 giugno scorso che ha approvato gli indirizzi per la programmazione dell’offerta formativa e per il dimensionamento della rete scolastica per l’anno scolastico 2023/2024.

Verona contesta i criteri meramente numerici contenuti nella delibera per quanto riguarda autonomia scolastica ed erogazione dei servizi e mentre in molti territori si investe sull’edilizia per avere servizi sempre migliori, l’indirizzo dato dalla Giunta Regionale sembra andare in una direzione opposta, favorendo il pendolarismo scolastico che significherà poi creare una attrazione verso la piana e quindi lo spopolamento.

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“Avremmo voluto vedere scritto nella delibera un forte impegno per il mantenimento dei presidi scolastici montani – commenta il sindaco di Stazzema – , mentre prevale la forza dei numeri per i cui i territori montani risultano perdenti a priori. Il Comune di Stazzema nei miei due mandati ha completamento rinnovato il plesso di Pontestazzemese, ampliandolo e rendendolo più efficiente, ha appaltato i lavori per la demolizione e ricostruzione del plesso delle Mulina e ha altri investimenti per recuperare altri edifici scolastici non più utilizzati. Ma senza ragazzi non servirà a nulla: l’offerta formativa delle scuole montane ha livelli di eccellenza, ma non possiamo pensare che questi territori possano essere penalizzati e non premiati per la funzione che essi svolgono”.

“La scuola è il primo baluardo contro lo spopolamento – conclude Verona – : se si incentiva il pendolarismo scolastico sin dai primi anni, finirà che quei bambini quando saranno adulti cercheranno di abbandonare questi territori e le risorse distratte da questi territori oggi, saranno necessarie in misura cento volte superiori quando in montagna non abiterà più nessuno. I cittadini della montagna sono dei veri e propri custodi del territori. Si investa sui servizi in questi territori, partendo dalla scuola, si garantisca il diritto allo studio degli alunni nei territori montani, derogando dai criteri numerici che penalizzano questi territori, già abbastanza quando si parla di investimenti infrastrutturali, nuove tecnologie ed altro”.

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