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venerdì, Novembre 22, 2024

“Custodi delle conoscenze”: Fabrizio Volpi spiega come gli Etruschi calcolavano il trascorrere del tempo

“Il tempo degli Etruschi” è il tema del nuovo incontro, in programma domani sera (sabato 9 luglio) alle ore 21 in piazza San Giovanni a Riomagno, promosso dall’Associazione Pangea Project nell’ambito del progetto “Custodi delle conoscenze”.

Protagonista della serata Fabrizio Volpi che spiega come “da sempre l’uomo ha avuto la necessità di misurare il tempo, di conoscere il trascorrere delle stagioni e non solo per motivi funzionali utili all’individuazione dei periodi più propizi per l’agricoltura oppure per la caccia e la pesca, ma anche semplicemente per decidere quando mettersi in viaggio”.

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“Per questo l’uomo primitivo – prosegue Volpi – , essendo cacciatore-raccoglitore, aveva la necessità di conoscere la durata della luce diurna per organizzare una battuta di caccia in modo da far rientro in tempo senza rimanere sorpreso dal buio. Quando diventò agricoltore, l’alternanza giorno/notte fu il primo metodo per tenere conto dei giorni trascorsi, ma il sistema non era sufficiente per predire i cambiamenti stagionali e stabilire il tempo della semina per ottenere buoni raccolti”.

“Ma come capire il passaggio da una stagione all’altra e determinare la sua durata? L’osservazione della Luna – sostiene Volpi – permetteva di scandire il tempo con precisione, ma per cicli più lunghi. La Luna divenne così la base per la costruzione di moltissimi calendari. Non corrispondeva però esattamente, all’alternanza delle stagioni per cui l’uomo iniziò a studiare anche i moti delle stelle, dei pianeti e soprattutto del Sole”.

“Attraverso l’osservazione dei cicli periodici – conclude lo studioso – , l’alternanza del giorno e della notte per la definizione dei giorni, delle lunazioni per i mesi e il succedersi delle stagioni per gli anni l’uomo è riuscito nel tempo a elaborare metodi sempre più efficaci con nuovi strumenti sempre più precisi, dalla semplice meridiana fino agli attuali orologi atomici, passando attraverso il pendolo galileiano”.

Il progetto “Custodi delle conoscenze”, a cura di Natalia Tarabella e Silvia Gori, intende offrire una serie di incontri con ricercatori e studiosi che accompagneranno nel mondo misterioso dei popoli del passato più remoto.

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