La siccità prolungata del periodo ha portato praticamente in secca un tratto del fosso Ranocchiaio nella zona del Lago di Porta, lasciando un sola pozza d’acqua di circa 30 metri quadrati nel punto più basso di tutto il corso d’acqua, dove sono alloggiate le pompe idrovore. Uno spazio ristretto dove si erano radunati i pesci scampati dalla calura e destinati però a morte certa. La situazione era tenuta sotto controllo da giorni dagli uomini del Consorzio di bonifica Toscana Nord che sono intervenuti quando hanno capito che non si sarebbe potuto aspettare oltre: i livelli d’acqua all’interno del canale stavano vistosamente calando e le piogge attese sono rimaste solo annunciate.
Gli esemplari, circa 100 tra carpe, carassi e anguille, rimasti praticamente intrappolati all’interno della pozza d’acqua, sono stati portati in salvo dal personale del Consorzio che li ha rilasciati nel vicino fiume Versilia. L’operazione si è svolta adottando tutte le attenzioni necessarie per non stressare gli animali che iniziavano a mostrare cenni di sofferenza per il caldo e la carenza di ossigeno.
“Abbiamo avvisato gli uffici regionali competenti e ci siamo adoperati per portare in salvo animali in difficoltà fra cui esemplari di anguilla, specie pregiata, tipica della zona protetta del Lago di Porta. – Spiega il presidente del Consorzio Ismaele Ridolfi – Quella verificatasi al Ranocchiaio è al momento l’unica situazione critica rispetto a tutti i 34 impianti idrovori gestiti dal Consorzio, dove l’acqua nei canali che arrivano alle pompe è presente in livelli accettabili e non abbiamo rilevato sofferenze della fauna ittica”.
Muniti di lunghi stivali al petto, gli operai hanno tentato il tutto per tutto calandosi all’interno del canale e recuperando gli animali con i guadini. Un lavoro impegnativo perché i pesci si erano radunati dietro le griglie dell’impianto, nel punto più ombreggiato di tutta la struttura, ma anche il più difficile da raggiungere. Uno alla volta gli esemplari, in parti uguali tra adulti e novellame, sono stati deposti in grossi secchi e spostati nelle acque dell’attiguo fiume Versilia, valutate dagli esperti idonee a poter accogliere gli animali e garantire il loro immediato adattamento.
“Una storia a lieto fine che denota una grande sensibilità da parte dei nostri dipendenti, che ringrazio per l’impegno profuso – conclude Ridolfi – . Resta purtroppo la preoccupazione per il perdurare della eccezionale situazione siccitosa che avrà indubbi riflessi sullo stato dei delicati ecosistemi dei nostri corsi d’acqua e che ci induce a impegnarci per trovare soluzioni che consentano di trattenere le acque interne e ricaricare le falde per far fronte a eventi climatici straordinari come quello che stiamo vivendo”.