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venerdì, Novembre 22, 2024

Centenario di Puccini, le celebrazioni nazionali non devono offuscare quelle locali. Eventi di qualità sul territorio

A quasi un anno di distanza dal centenario della morte di Giacomo Puccini è stato finalmente costituito il comitato nazionale per determinare come, quando e dove saranno concentrati gli eventi per onorare la memoria del grande compositore lucchese che poi si stabilì definitivamente prima a Torre del Lago e poi a Viareggio.

Tanti nomi, molti noti altri meno, la maggioranza a livello nazionale, qualcuno a livello locale. Speriamo che presto si trovino d’accordo su cosa fare, perché il tempo stringe e i temi in discussione non saranno pochi, tanto più che a livello locale ci sono tante cose da risolvere, da mettere in chiaro. Senza dimenticare il campanilismo che condannato in generale, scendendo al pratico non è ancora sopito.

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Quello che speriamo è che vengano messe in scena tutte le opere, nessuna esclusa, con interpreti degni dell’avvenimento. Se ovviamente questo è scontato per i grandi teatri italiani che accolsero le sue “prime assolute”, e non solo, dove non si può scendere sotto un certo livello, è a livello locale che si deve stare sulla stessa linea.

Giacomo Puccini, oltre ad essere stato il più grande compositore lirico a cavallo dell’800 e del ‘900, e quindi osannato in tutto il mondo per le stupende arie contenute nei suoi spartiti musicali, è tutt’ora un personaggio che non è stato completamente capito per la sua poliedricità. Speriamo quindi che, oltre alle ovvie rappresentazioni teatrali, l’uomo e il musicista trovino il terreno adatto per essere discussi al di là degli stereotipi che in genere hanno sempre accompagnato la sua raffigurazione in un’epoca di transizione come quella in cui è vissuto e composto: cioè il passaggio dall’opera lirica di stampo prettamente italiano al dramma musicale di stampo mitteleuropeo. Non è infatti strano che negli ultimi anni della sua vita abbia guardato con interesse alla musica del grande compositore austriaco Gustav Mahler.

Il monumento di Puccini a Torre del Lago

In sostanza, dalla risonanza mondiale che certamente avrà questo centenario, auspichiamo che ci siano ricadute anche sul cosiddetto “Festival Puccini” di Torre del Lago, perché fino dalla sua nascita si è caratterizzato per essere una pura e semplice, seppur frequentatissima stagione lirica pucciniana, dato che solo di rado qualche altro compositore è entrato nel programma del grande teatro all’aperto che si affaccia sulle acque del “bozzo”. La parola “Festival” infatti denota eventi di altro tipo, come quelli – tanto per fare qualche nome – di Salisburgo per Mozart, o di Lucerna per la musica sinfonica.

Ma al di là di quanto verrà deciso in alto loco a livello nazionale, crediamo che non debbano essere escluse nell’ambito della provincia di Lucca località come Celle Puccini, da cui provengono gli antenati del Maestro, Bagni di Lucca dove andava “a passare le acque” alle terme di questa località e, infine, Chiatri Puccini sul monte Quiesa, dove nella sua villa – completamente restaurata dall’attuale proprietario – ebbe a comporre alcune parti di “Tosca” dove, ascoltando le campane di Bargecchia, vi compaiano i loro rintocchi.

Ma per fare tutto ciò è indispensabile che nell’occasione si mettano a tacere tutti i campanilismi che, sotto traccia, non si sono mai sopiti. Ultimo esempio la trasferta sulle Mura di Lucca di un mini-corso mascherato del Carnevale di Viareggio, dove i favorevoli ed i contrari si sono davvero sprecati. Nel nome di Puccini, sbandierato in tutte le salse – molte appropriate, ma molte anche no – si trovi finalmente un “unicum” da porre congiuntamente sul piatto della bilancia. Così a vincere saranno tutti, nessuno escluso.
Mario Pellegrini

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