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venerdì, Novembre 22, 2024

Santoro (Pd Versilia): “Ripensiamo le strategie di cura, occorre con urgenza una vera rivoluzione socio-sanitaria”

Riceviamo e pubblichiamo un intervento sulle problematiche della sanità, elaborato all’interno del Pd Versilia, a firma di di Vincenzo Santoro, medico geriatra, membro della segreteria territoriale Pd con delega alla sanità.

Ammettiamolo, i finanziamenti di cui avrebbe bisogno l’attuale sistema socio-sanitario non arriveranno nei prossimi anni e probabilmente neanche quelli a venire visto che il Paese dovrà affrontare una difficilissima fase geopolitica, economica e sociale. Anche per questo occorre ripensare a nuove strategie di cura, una rivoluzione socio-sanitaria che deve essere fatta presto e bene.

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Il modello attuale è sostanzialmente basato sulla gestione degli eventi acuti, pensato anni fa su una popolazione rappresentata in prevalenza da 60-70enni. Con l’aumento della durata della vita, la demografia della nostra società è cambiata, gli anziani, anche in buona salute, sono maggiormente rappresentati e con loro anche le malattie croniche, sempre più diffuse e spesso complicate da cambiamenti sociali che ne rendono più difficile la gestione familiare, basti pensare a figli 70enni che devono farsi carico di padri e madri 90enni o famiglie che non riescono ad assistere i loro cari o a sostenere la spesa di un’assistenza adeguata.

In questa realtà il modello di cura basata solo sull’ospedale non basta più. Eppure attualmente rappresenta l’unica risposta possibile perché alla medicina territorio manca quella valorizzazione ed organizzazione che le permetterebbe svolgere quella funzione fondamentale di secondo pilastro su cui costruire un sistema di cura.

Le persone che potrebbero essere curate sul territorio non trovando altre risposte, si rivolgono necessariamente al Pronto soccorso. Di conseguenza anche i reparti medici sono costretti a farsi carico di tanti ricoveri probabilmente impropri con enorme spreco di risorse e fornendo soluzioni non del tutto adatte ai bisogni di chi vi accede. Inoltre l’assenza in alcune zone della Toscana della Società della salute rende difficile quella presa in carico socio-sanitaria necessaria ai molti che si recano in ospedale.

La rivoluzione di cui parliamo è proprio quella del territorio e l’occasione sembra propizia, il DM 77 ed il PNRR aiutano a costruire la struttura di un nuovo modello, che rischia di rimanere infruttuosa se non si investe, soprattutto culturalmente, in una nuova politica socio-sanitaria, una visione più adatta alla situazione attuale e agli anni a venire.

Immaginiamo che le future Case della Comunità, finanziate dal PNRR ed organizzare secondo il DM77 possano rappresentare il luogo di riferimento sia per i cittadini che per i professionisti.

Un luogo dove i diversi operatori socio-sanitari, medici, infermieri, assistenti sociali, fisioterapisti, psicologi lavorando in equipe riusciranno a fare una valutazione completa delle persone con bisogni cronico complessi ed a costruire un piano di cura costruito su quella singola persona che possa accompagnarlo fin quando necessita. Non si dovrà attendere di stare cosi male da recarsi al Pronto soccorso, perché si cercherà di riconoscere per tempo un peggioramento dello stato di salute e si potrà intervenire in ambulatorio, in day service, a domicilio. Un luogo dove sia possibile dare risposte in breve tempo e dove possa venire redatto un piano di cura che preveda appuntamenti ed esami già programmati. Dove si curi più persona che la malattia. Questo permetterà un adeguato utilizzo delle risorse pubbliche a beneficio di cittadini ed operatori socio-sanitari che potranno lavorare con più serenità, soddisfazione e profitto rendendo il sistema socio-sanitario pubblico più sostenibile ed efficace a beneficio di tutti.

Ci vuole il coraggio di avere una visione di cura che sia attuale e prospettica negli anni e coinvolgendo gli operatori socio-sanitari iniziare a fare formazione continua ed informazione, il coraggio di spostare gli investimenti su questa idea con la certezza che chi fa bene risparmia due volte, basterebbe evitare qualche costoso ed a volte inutile ricovero ospedaliero per rientrare delle risorse investite sul territorio. Se ne parla da anni, adesso bisogna farlo.

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