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martedì, Aprile 23, 2024

L’importanza delle icone per annunciare il Natale. Prima domenica di Avvento, l’iniziativa di don Mauro Lucchesi

L’inizio dell’Avvento è stato celebrato in San Paolino a Viareggio con un’iniziativa storico-artistico-religiosa che il parroco don Mauro Lucchesi ha preso al termine della messa domenicale delle 10,30. Contornato dai fedeli interessati a questa singolare iniziativa, il sacerdote ha presentato tre icone per dimostrare che queste svelano la bellezza di Maria.

“Noi nella pittura cerchiamo emozioni – ha esordito testualmente – . Qui non sono suscitate, anzi l’icona lascia perplessi. Nella pittura si percepisce una bellezza estetica, nell’icona la bellezza è lasciare trasparire il mistero di un altro mondo. Come il vangelo narra con le lettere l’azione di Dio, l’icona lo mostra con i colori. Come il vangelo contiene la parola di Dio, l’icona è un tabernacolo che contiene la presenza del soggetto rappresentato. Una pittura viene interpretata, nell’icona si legge la fede della chiesa”.

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Dopo aver sostenuto che le icone mostrano la divinità trasfigurata dello Spirito Santo e che sono una finestra che da accesso al mondo di Dio, sono anche il punto d’incontro di due sguardi: quello del soggetto rappresentato e quello dello spettatore; l’icona rivela e chiede una risposta. A questo punto don Mauro ha introdotto l’importanza di Maria nella collaborazione all’opera di salvezza di Dio per l’umanità: “Per questo motivo le icone rappresentano Maria sempre con il figlio, tanto è vero che le poche in cui non compare, lei è sempre protesa verso di lui. Infatti il titolo più grande di Maria è quello di madre di Dio e così è sempre chiamata. In queste icone la madre di Dio è sempre rappresentata inclinata in preghiera con il Bambino sul braccio appoggiato guancia a guancia contro di lei”.

Ed è proprio in questo messaggio d’amore che si colloca l’importanza delle icone, perché in queste niente viene a distrarre l’osservatore dalla figura centrale di Maria come madre di Dio in maestà e madre di Dio della tenerezza, ma non la tenerezza materna ma la sua potestà di intenerire il Figlio perché essa è sempre colei che intercede per l’umanità.
In sostanza don Mauro ha introdotto l’Avvento con questa iniziativa che riporta alle origini la figura di Maria sia come madre di Dio che come madre dell’umanità attraverso la semplicità e l’intensità dell’arte bizantina, e quindi compenetrata nel periodo liturgico che precede il Natale, dove si festeggia non solo la nascita di Gesù ma anche sua madre che l’ha concepito senza peccato. “Nella preghiera dell’Ave Maria – ha infine concluso don Mauro – si esprime tutta questa verità. In lei Dio si fa uomo e noi invochiamo la sua intercessione per noi”.
Mario Pellegrini

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