Eravamo rimasti alla lettera di scuse con il sindaco di Viareggio Giorgio Del Ghingaro da parte del presidente del Parco di Migliarino San Rossore Massaciuccoli, Lorenzo Bani, sulla scorta delle dichiarazioni esternate su una televisione locale a seguito delle quali nacque una minaccia di querela. Sembrerebbero tempi distanti anni luce, ma sono passati solo pochi mesi e come d’incanto si ha l’impressione che adesso prevalga un comune vedere tra i due amministratori. Abbiamo così assistito al conferimento d’incarico comunale per ridisegnare la marina di Torre del Lago secondo una visione che si teme possa essere molto vicina a una sorta di deregolamentazione applicata.
Sulla stampa locale dell’11 e del 12 gennaio il presidente Bani si prende le prime pagine e indica come prioritaria la ridefinizione dei confini del Parco, inserendo aree palustri con la fuoriuscita dalle aree tutelate del viale Europa della Marina di Torre del Lago, inclusi i locali a monte, riconducendoli sotto la pianificazione del Comune. Questo primo punto in sintonia con il secondo, ovvero il cambio destinazione d’uso in Bed & Breakfast, come se fosse un intervento risolutore, sbrigativo ma necessario per restituire qualità.
Sorge una domanda: ma un cambio di destinazione simile, non cozza forse con i più elementari principi di conservazione e riqualificazione? Concedere questo cambio di destinazione infatti significherebbe modificare il carico antropico, appesantendolo, depauperando la qualità dell’ambiente stesso, con il rischio di avere una villettopoli sul mare che priva il Parco della sua identità. L’ispirazione oggi dovrebbe essere la Lago – Mare, oppure Città Giardino?
Le associazioni ambientaliste (Italia Nostra Versilia, Legambiente Versilia, Amici della Terra e La voce degli Alberi) non hanno atteso troppo e con incisività hanno proposto un comunicato che va nella direzione contraria e come si suol dire: non glielo mandano a dire.
Il comunicato è sintetico ma coglie tutti i punti salienti delle nuove politiche: “Le ultime dichiarazioni di Bani non lasciano adito ad interpretazioni: il Parco Naturale di Migliarino San Rossore Massaciuccoli appare stretto nella morsa della speculazione camuffata da promesse di sviluppo e benessere economico. Così mentre la crisi climatica va inasprendosi, con effetti sempre più pesanti sotto gli occhi di tutti, si propone di demolire le aree protette che, con la loro biodiversità, rappresentano il puntello che finora ha contribuito ad evitare il collasso. I Comuni che, per soddisfare i desideri di alcuni imprenditori, chiedono di svincolare aree protette e costruire strade per dare via libera a nuovi progetti sempre più invasivi, come quelli improponibili della nuova marina di Torre del Lago o della Ciclovia Tirrenica attraverso la Lecciona. Riproponendo un film già visto con la realizzazione dei locali, che si vorrebbero rilanciare con il cambio di destinazione in residenziale per B&B, al quale siamo siamo nettamente contrari, perché favorirebbero altra urbanizzazione. Ma non basta: si vuole anche ridurre la superficie del Parco, privando i cittadini dei beni che il Parco offre: svago, tranquillità, aria salubre, acqua pulita”.
Oggi il Parco è di circa 24.000 ettari e non si comprende quale sia la contropartita nell’aumentare “da 14.000 a 17.000 ettari di area interna”. Che fine faranno i restanti 7000 ettari? Se parte delle aree interne e delle aree esterne diventeranno “aree contigue”, questi ettari passeranno fuori i confini del Parco, in balia del volubile e facilmente influenzabile governo dei Comuni”. Inoltre confidano nel fatto che “il Comitato Scientifico del Parco si opponga a questa pianificazione con il nuovo PIP”, e che “sia agevolato il processo partecipativo per includere aree contigue in modo da ampliare la superficie del Parco”.
Oltre a questi punti elencati si sottolinea con forza l’importanza di beni “inalienabili che invece di tutelare si sta procedendo a svendere ricorrendo a dichiarazioni artificiose che affermano tutto e il contrario di tutto”. Ad esempio, “l’estrazione del Vialone dalle aree interne del Parco non è previsto dalla legge 394 che si limita a suddividere le aree naturali protette per zone omogenee in base ai livelli di protezione richiesti. Le “Aree Contigue” sono esterne alle aree protette e alla superficie del Parco; infatti “previsioni, permessi e licenze saranno rilasciati dal Comune e non più dal Parco”. Sono “aree di promozione e sviluppo che invece sono all’interno del Parco godendone di prestigio. Non si tratta di passare dal Piano dei vincoli al piano delle opportunità, ma al ‘Bomba libera tutti’ che priverà i cittadini di godere di ciò che ora il Parco offre loro e che sarà privatizzato”.
Insomma, aumentano le preoccupazioni sul futuro dell’area protetta legate al nuovo Piano Integrato. E tutto ciò pochi giorni dopo la richiesta inviata al sindaco di Viareggio da parte di Legambiente Versilia e Amici della terra Versilia, di non procedere all’esecuzione dei lavori per migliorare la viabilità ciclistica all’interno della Riserva naturale della Lecciona.
Un clima che pare surriscaldarsi e non solo per note problematiche ambientaliste, ma anche e soprattutto sul fronte amministrativo, dove i due enti, Comune e Parco, sembrano procedere a braccetto secondo un copione di ritrovato amore… a questo punto mai perso.