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venerdì, Novembre 22, 2024

Segnali di ripresa dell’economia versiliese. Prosegue il trend positivo della nautica, cresce anche il lapideo

Se una cosa va bene a Viareggio, anzi benissimo, è il comparto della nautica da diporto. E’ una constatazione questa che non costituisce una sorpresa, ma il risultato di una politica qualitativa che l’ha imposta in tutto il mondo, come a suo tempo fecero i maestri d’ascia e calafati al tempo della navigazione a vela.

Se infatti, come afferma la Confindustria, nell’anno passato si è potuto registrare un aumento del 35 per centro rispetto al 2021, con un fatturato aggirantesi sui 3 miliardi di euro, vuol dire che la cantieristica da diporto è un settore in continua espansione per la qualità del prodotto sui mercati internazionali ed in particolare gli Stati Uniti d’America, ma non solo. Persino la clientela italiana, infatti, non si è lasciato sfuggire l’opportunità sia pure in forma più ridotta, ovviamente.

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Quindi c’è un trend che lascia sperare nella continuità di questa espansione, che appunto fa di questa attività industriale un fiore all’occhiello dell’ economia non solo viareggina, ma provinciale e toscana. Pertanto i marchi “Codecasa”, “Azimut”, “San Lorenzo” e “Del Carlo” – tanto per citarne alcuni – sono infatti in prima linea nell’acquisizione dei mercati internazionali per la sicurezza e le prestazioni, ma anche per la linea elegante e armoniosa delle loro imbarcazioni.

Sta di fatto che, stando le cose come stanno, si prospetta nel prossimo futuro la possibilità che i cantieri possano assumere ulteriori forze lavoro specializzate nel concretizzare quanto progettato sui lucidi. Tutto questo senza tener conto delle attività di rimessaggio e di riparazione che soprattutto nella stagione invernale costituiscono una complementarietà di tutto rispetto, tanto da saturare le darsene sia di naviglio in attesa di riparazione che di sosta per manutenzione, se non addirittura per semplice rimessaggio.

Quando ventisei anni fa ci fu nel porto l’ultimo varo di una nave commerciale e poi con la successiva scomparsa dei grandi cantieri “SEC” e “M & B Benetti”, che facevano risuonare non solo nelle darsene ma in tutta Viareggio i colpi dei magli per modellare le lamiere, ebbe fine l’annosa diatriba se si doveva prediligere l’attività cantieristica commerciale o quella del turismo balneare. Infatti è più o meno da quella data che ebbe inizio il progressivo sviluppo della cantieristica da diporto che, appunto, non faceva e non fa rumori di sorta, e quindi poteva convivere con quella che faceva “vendere il sole”, come qualcuno ebbe a definire il turismo balneare. E il primo segnale che nell’ ambito portuale la nuova direzione cantieristica stava assumendo una posizione di rilievo, venne da “Perini Navi” che con i suoi avveniristici motovelieri dalle inconfondibili caratteristiche, si impose sui mercati internazionali, sia per le loro eleganti forme che per l’elevata tecnologia di manovra e di passaggio dal motore alla vela. Dopo una serie di vicissitudini, il suo marchio è passato a The Italian Sea Group di Marina di Carrara che sta lavorando ad un rilancio del cantiere.

Allargando infine il discorso all’intera Versilia c’è da evidenziare che un altro comparto produttivo che mantiene un trend positivo: è quello lapideo che, rispetto al 2021, nel 2022 ha fatto registrare un aumento dell’11 per cento. Ciò si deve al fatto che mentre gli USA continuano ad avere un rapporto privilegiato, si deve all’Arabia Saudita il maggiore e significativo aumento delle esportazioni, dimostrando così di essere un paese che del marmo apuo-versiliese è un consumatore assiduo per le sue esigenze costruttive e di arredamento. L’unica preoccupazione del settore è quella del rincaro energetico che comunque si spera possa essere superato in tempi piuttosto brevi.
Mario Pellegrini

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