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venerdì, Novembre 22, 2024

Festa della Repubblica a Sant’Anna di Stazzema. Nando Dalla Chiesa: “In questo luogo ho sentito la Costituzione”

“Sant’Anna di Stazzema non è una località geografica ma è un luogo dell’anima. Io qui, un posto che incute un rispetto infinito, ho sentito la Costituzione. Nel silenzio che c’è, nei luoghi in cui la raccontano, nel fruscio delle foglie. Perché qui sai cosa è successo”. Sono state le parole del professore e presidente onorario dell’Associazione “Libera”, Nando Dalla Chiesa, ospite oggi (2 giugno) nel Parco nazionale della Pace di Stazzema in occasione della Festa della Repubblica. Le ha pronunciate in seno al suo discorso sentito, profondo, a tratti pieno di sentimento, ammonimenti per la politica e per l’istituzione scolastica. Altri sono stati dei veri saggi insegnamenti su come un popolo deve vivere il “rispetto reciproco, che è l’ago e il filo su cui si regge la Costituzione”, e infine sul ruolo della giustizia, anche quella internazionale, che non ha punito (così come la magistratura tedesca) le Ss colpevoli della strage nazifascista di Sant’Anna il 12 agosto 1944, in cui morirono 560 civili.

Insieme a lui, nella sala conferenze Balducci del Museo della Resistenza, in cui si è svolto il dibattito sui principi fondamentali della Costituzione italiana, a 75 anni dalla sua entrata in vigore, c’erano il professore ordinario di diritto costituzionale all’Università di Pisa e avvocato Andrea Pertici, il sindaco di Stazzema e presidente del Parco nazionale della pace, Maurizio Verona, e il presidente dell’Associazione Martiri di Sant’Anna Umberto Mancini.

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Nando Dalla Chiesa a Sant’Anna di Stazzema

“Certe riforme costituzionali – ha proseguito Nando Dalla Chiesa, figlio del Generale Carlo Alberto, vittima di un agguato mafioso il 3 settembre 1982 a Palermo – non hanno dietro i sentimenti di amor patria: la solidarietà, la gratitudine (per chi si è fatto impiccare), la dignità e l’amore. La politica non deve perdere di vista i grandi riferimenti valoriali, che vanno cercati (come diceva Calamandrei) in questi luoghi: a Portella della Ginestra, a Capaci, a Marzabotto o Sant’Anna di Stazzema, dove è nata la Costituzione e dove è stata difesa. Qui certo c’è stata una strage, ma non è stata un’offesa all’umanità, ma un’offesa ripetuta 560 volte all’umanità, ogni volta un essere umano, con la sua ricchezza e la sua dignità, è stata offeso e annientato. Ma una civiltà si basa sul profondo sentimento di giustizia. Eppure, la giustizia tedesca di fronte ad una richiesta di colpire i responsabili e punirli si è tirata indietro (e lo dico da fraterno amico del popolo tedesco). Ed uno Stato che non riesce a punire i propri macellai è gravissimo. Colpisce che un diritto rimanga impunito, dove c’è anche un diritto internazionale. E non può esserci un’arrendevolezza comune, perché se qualcuno non fa applicare il diritto la storia va in mano al più prepotente”.

Il sindaco Maurizio Verona, introducendo i due ospiti della giornata, ha fatto un richiamo al dovere di andare votare, che la popolazione sta perdendo ignorando i sacrifici fatti per conquistare il diritto del suffragio universale, primo tassello che ha portato all’avvento della Repubblica italiana (sulla Monarchia) e poi della Costituzione repubblicana. Mentre ha poi mosso una critica nei confronti della politica che ignora i fondamenti della Carta fondamentale. “Qui è nata la Costituzione con i suoi principi fondamentali – ha affermato Verona -. Proprio in questi luoghi si percepiscono ancor di più quei valori: dignità, eguaglianza, libertà, solidarietà e soprattutto umanità. Per ciò i politici dovrebbero essere più umani, e ad esempio alcuni di loro con alcune dichiarazioni contro l’immigrazione dimostrano di aver perso l’umanità, che è il fulcro dei principi della Repubblica Italiana. Allo stesso tempo i cittadini troppo spesso dimenticano come abbiamo conquistato il suffragio universale e in generale il diritto di voto che andrebbe esercitato. Alle ultime elezioni abbiamo visto come a votare ci sia andato un cittadino su due: ecco dobbiamo interrogarci, tutti, sul perché molti cittadini non esercitano più questo dovere”. 

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