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sabato, Novembre 23, 2024

“Un autunno d’agosto”, Agnese Pini presenta a Sant’Anna e a Villa Bertelli il libro sulla strage di San Terenzo Monti

Lo scenario è quello di una delle peggiori stragi nazifasciste compiute durante la seconda guerra mondiale lungo la Linea gotica, a San Terenzo Monti, una frazione del Comune di Fivizzano, in Lunigiana. In quel piccolo borgo, al confine fra la Toscana e la Liguria, fra il 17 ed il 19 agosto del 1944 vennero trucidati 159 civili, fra cui donne e bambini. Mentre la narrazione del primo romanzo civile della giornalista Agnese Pini prende spunto proprio dalle vicende familiari che sono legate alla storia di quel paesino.

Il libro, “Un autunno d’agosto. L’eccidio nazifascista che ha colpito la mia famiglia. Una storia d’amore mentre la guerra torna a fare paura”, è edito da Chiarelettere ed è ai vertici delle classifiche di vendita dei libri in Italia. Nel giro di pochi giorni sarà presentato due volte in Versilia.

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La prima è sabato 1° luglio alle ore 18.15 al Museo della Resistenza del Parco nazionale della Pace di Sant’Anna. Dopo i saluti istituzionali da parte del sindaco di Stazzema Maurizio Verona, l’autrice dialogherà con il Procuratore Marco De Paolis, che ha seguito i processi ai responsabili nazisti delle stragi di Sant’Anna e di San Terenzo.

La seconda è in programma martedì 4 luglio alle 18 nel Giardino dei lecci di Villa Bertelli a Forte dei Marmi. L’autrice sarà intervistata dal giornalista Enrico Salvadori che conduce gli incontri della rassegna Parliamone in Villa. L’appuntamento è a ingresso libero. Gradita la prenotazione allo 0584 – 78.72.51.  Radio Bruno è la radio partner di “Parliamone in villa 2023”.

La strage di San Terenzo Monti è strettamente e dolorosamente legata a quella compiuta il 12 agosto a Sant’Anna di Stazzema. Delle 159 vittime, 53 uomini adulti erano stati rastrellati dalla stessa “Reichsführer” una settimana prima a Valdicastello, nel corso dell’operazione culminata nella strage di Sant’Anna. Agnese Pini ne aveva parlato il 18 marzo dello scorso anno a Fucecchio, insieme a Stefano Massini, in un incontro organizzato dal Parco della pace di Sant’Anna sulla democrazia.  Nel libro racconta come, nell’estate del 1944, lungo la Linea gotica, mentre si sta consumando la parte più feroce della guerra in Italia, in una serie di eccidi orribili per mano dei nazifascisti, a San Terenzo Monti, borgo di poche centinaia di abitanti tra Liguria, Emilia e Toscana, vengono uccise senza pietà 159 persone, in prevalenza donne e bambini, tra i quali la bisnonna di Agnese Pini. L’esecuzione è accompagnata dal suono di un organetto. Sopravvive solo una bimba di sette anni, Clara, fingendosi morta sotto i cadaveri della sua stessa famiglia.

Con una scrittura intensa e viva, attraverso una storia che “appartiene a tutti i sopravvissuti e ai figli dei sopravvissuti”, Agnese Pini ci offre un grande romanzo di impegno civile, dove possiamo ritrovare il presente, in un momento in cui la guerra è tornata a fare paura.

“È una storia di umanità e di amore – spiega del suo libro l’autrice – perché, soprattutto nei momenti in cui vita e morte sono così vicine, l’umanità e l’amore escono più forti che mai. L’ho sentita raccontare fin da quando ero piccola: la raccontavano mia nonna, mia madre, mia zia (nella foto di copertina), ma per molto tempo ho pensato che fosse un capitolo ormai chiuso della storia d’Italia e della mia storia personale. Grazie anche al lavoro che faccio, ho capito invece che quel capitolo era tutt’altro che chiuso, che lì si nascondono gli istinti più inconfessabili di ciò che possiamo ancora essere. L’ho capito con la guerra in Ucraina, vedendo come certi orrori si perpetuino sempre identici al di là delle latitudini e degli anni. E l’ho capito perché nel nostro Paese c’è un periodo, il ventennio fascista, che ancora non riusciamo a guardare con una memoria davvero condivisa. La storia di questo libro – conclude Agnese Pini – può diventare un’occasione per tornare a ciò che siamo stati con una consapevolezza nuova. Del resto, la resistenza civile di un Paese si può tenere viva solo restituendo verità e dignità al destino degli ultimi. Questo è un libro sugli ultimi ed è a loro che è dedicato, perché su di loro si è costruita l’ossatura forte e imperfetta di tutto il nostro presente, dunque anche del mio”.

A Sant’Anna l’autrice dialogherà proprio con Marco De Paolis, oggi Procuratore Generale Militare presso la Corte d’Appello di Roma, che per molti anni è stato impegnato in un enorme lavoro investigativo e di ricerca storica sui più gravi crimini nazifascisti compiuti in Italia durante il secondo conflitto mondiale, fra cui le stragi di Sant’Anna di Stazzema, San Terenzo, Marzabotto, Civitella in Val di Chiana, Vinca, e Padule di Fucecchio. 

“Sono felice di presentare il libro della direttrice Agnese Pini – ha affermato il procuratore generale Marco De Paolis -. È molto bello e tratta un tema importante e spesso trascurato. Lei è riuscita a cogliere gli aspetti più significativi di una tragedia di questa portata che abbraccia varie generazioni, proiettandosi tutt’oggi in quelle successive che continuano a portare i segni di quella strage. Il suo non è stato un retorico esercizio di storiografia ma una sana lezione di umanità”.

Agnese Pini, da agosto 2019 direttrice de “La Nazione”, è la prima donna ad aver ricoperto questo ruolo in oltre 160 anni di storia del quotidiano. Da un anno ha assunto anche la direzione de “Il Resto del Carlino”, “Il Giorno” e “Quotidiano Nazionale”.

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