Crediamo sia la prima volta che un pittore viareggino esponga in Garfagnana. Precisamente nell’antica dimora del “Moro”, noto e feroce brigante della zona, ma da tempo sede del “Museo Carli” dove dal 3 agosto – chiuderà il 27 di questo mese – si svolge l’esposizione “L’arte al plurale”, giunta quest’anno alla 15/a edizione.
Si tratta di Paolo Nuti che qui entra con i suoi quadri che nulla hanno a che fare con la produzione dei suoi colleghi concittadini (sia di ieri che di oggi) dove il mare, i gabbiani e la spiaggia hanno sempre prevalso nelle loro opere. Si tratta quindi di un pittore fuori dal coro, avendo vissuto gran parte della sua vita lontano dalla città natale. Questo perché, essendo stato insegnante di disegno e storia dell’arte, ha insegnato lontano dall’ambiente “salmastroso” che domina chi, appunto, vive sulle rive del mare.
Invitato dalla “Polis Sillico” – l’associazione culturale organizzatrice della mostra – Paolo Nuti vi espone quattordici opere che sono l’espressione di un mondo del tutto particolare dove il pettirosso, la barca, il fiore ed il paesaggio che li circonda, sono il risultato di una visione metafisica che invita a guardare al di là della loro presenza statica sulla tela o sul cartone. Quindi non sono nature morte od elementi che esauriscono la loro funzione nel quadro come tale, ma stanno ad indicare il momento iniziale di una partenza che non si sa quando e verso dove. Potremmo quindi parlare di una pittura anche onirica, quando i sogni finiscono all’alba. In questo senso è particolarmente significativo il suo dipinto eseguito nell’occasione del 700° anniversario della morte di Dante, dove il “sommo poeta” è ritratto in primo piano, ma ripetuto in altre due volte, ma che si allontanano fino a diventare un profilo scuro dove l’osservatore può immaginarsi una qualsiasi immagine. Questo è il Paolo Nuti che si presenta nello storico e sorprendente palazzo di Sillico, dove appunto storia, leggenda e turismo estivo accolgono coloro che vi giungono da Pieve Fosciana, da cui parte l’unica strada che vi conduce per poi proseguire fino a Capraia. al di là del crinale della montagna.
Paolo Nuti si presenta insieme ad altri tre artisti: Alfonso Lorenzetti, Ilaria Bernardi e Lorenzo D’Angiolo e quindi è partito alla conquista della Garfagnana dopo avere esposto in molte città dell’Alta Italia, dove gode di una vasta notorietà. In particolar modo nel Piemonte dove per molti anni ha insegnato pittura e storia dell’arte nella città di Pavia. Tanto è vero che dal 1° di settembre esporrà a Robbio (PV) con una mostra dal titolo “Il rumore del colore”. E questo a conferma di quanto abbiamo detto più sopra, cioè della sua notorietà nel basso ticinese, e non solo.
Mario Pellegrini