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venerdì, Novembre 22, 2024

Frane, consolidati i versanti sotto lo stabilimento Evam con un intervento di ingegneria naturalistica

Si stanno concludendo i lavori di consolidamento dei versanti sopra la Strada Provinciale 5 della Bassa Tambura, nel comune di Massa, in corso a cura del Settore Tecnico della Provincia di Massa-Carrara: lo scopo è quello di prevenire l’attivazione di nuove frane.

Il tratto di strada interessato dal versante è quello a valle dello stabilimento Evam: l’importo dei lavori eseguiti, dopo il ribasso d’asta, ammonta a 362 mila 400 euro circa ed è stato finanziato sul Dods 2021, il Documento operativo che annualmente definisce finalità e obiettivi di intervento per la difesa del suolo sulla base della legge regionale 80 del 2015.
La somma, 500 mila euro, era stata suddivisa dalla Regione in tre annualità: 50 mila euro nel 2021, 300 mila nel 2022 e 150 mila nel 2023.
Che tipo di intervento è stato effettuato? Lo vediamo grazie a una breve descrizione della direzione dei lavori, affidata all’ingegnere Stefano Nadotti.

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Il lavoro oggetto di questo lotto rappresenta il completamento di un precedente intervento con il quale si era effettuata la messa in sicurezza del piede del versante direttamente ai margini della carreggiata stradale con una opera di sostegno su micropali e tiranti e la captazione di una grande quantità delle acque che interessano il versante tramite fossi di guardia e trincee profonde collocate a circa 4-5 m di profondità a distanza di un centinaio di metri dalla piattaforma stradale.

Gli studi geologici hanno evidenziato che i fenomeni franosi che hanno caratterizzato questa porzione di versante sono collocati in uno strato superficiale di terreno a causa della circolazione idrica che può interessarlo e che causa un decadimento delle caratteristiche geotecniche dei materiali con il manifestarsi di fenomeni di “fluidificazione” degli stessi. L’intervento attuale si propone quindi di completare l’intercettazione delle acque superficiali e sub- superficiali con una serie di opere di drenaggio ( trincee drenanti a circa 2-3 metri di profondità) e con tre ordini di palificate doppie in legname.

Sono interventi riconducibili alla tipologia di “ingegneria naturalistica” e sono vere e proprie strutture di sostegno a gravità realizzate con materiali naturali (legname, pietrame, terre). Nel caso specifico sono state integrate con un ordine di micropali in acciaio posto nella parte retrostante delle opere per migliorare il grado di vincolo con gli strati di materiale meno superficiale e più resistenti.

A metà versante ( circa 35 m dalla SP5) è stato realizzato un cordolo in cemento armato su micropali e tiranti che garantisce una forte resistenza contro la spinta delle terre e contribuisce alla stabilizzazione dell’area senza che esso abbia un impatto estetico negativo sul paesaggio.

Le opere collaterali sono una serie di “pennelli” deviatori in legname che intercettano l’acqua di ruscellamento limitandone la possibilità di infiltrazione e convogliandola verso una canaletta in legname posta nella zona mediana dell’intervento lungo la massima pendenza.

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