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venerdì, Novembre 22, 2024

Sempre meno banche sul territorio. Arretra l’offerta di credito per le PMI e si sottovalutano le esigenze dei clienti

Le banche stanno desertificando progressivamente i territori di insediamento della rete sportellare: non tengono conto affatto della complessità geografica e sociale delle regioni. I dati anche più recenti confermano la “inesorabile” rarefazione degli sportelli bancari: per esempio, in Toscana in soli 12 mesi sono diminuiti del -3,8%, pari a 60 sportelli chiusi. La popolazione specie nei comuni rurali viene penalizzata dalla chiusura massiva delle agenzie.

Non viene presa in considerazione per “politica di bilancio e taglio dei costi” la domanda di privati ed imprese in termini di servizi finanziari (ed anche gli sportelli postali per la stessa logica vanno a chiusura). In generale c’è da parte del sistema l’esigenza di ridurre i costi operativi che si traduce in taglio dei fitti passivi, degli sportelli e del personale che spesso viene messo in mobilità o prepensionamento (leggi grandi banche come Unicredit o MPS).

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Ma il concetto di banca di prossimità o del territorio riteniamo che non sia superato non sul piano teorico ma su quello di una offerta necessaria di credito alle imprese, soprattutto quelle di minori dimensioni. Ecco perché le cosiddette Banche Fintech, come Banca Progetto, fanno aprire gli sportelli ai loro agenti monomandatari (dipendenti per capirci a costo variabile).

Andando verso la conclusione di questa riflessione si può affermare che non è certo un caso che le maggiori banche italiane vedano diminuiti i volumi e la “propensione” di erogato alle PMI, mentre le nuove banche Fintech siano in controtendenza insieme alle banche di Credito cooperativo (non tutte per la verità).

Ovviamente le percentuali di crescita e decremento complessivi non sono comparabili (le prime 10 banche per dimensione in Italia detengono non meno del 70/75% delle quote di mercato), ma la riflessione certamente si pone, anche per le autorità monetarie e di governo. L’efficienza e l’equilibrio costi/ricavi rimane certamente fondamentale anche per le aziende di credito che però occorre ricordare svolgono un servizio e un supporto all’economia di alto interesse pubblico.

Registrare una diminuzione degli impieghi bancari  (specialmente quelli a medio-lungo termine) significa non accompagnare adeguatamente gli investimenti produttivi e quindi lo sviluppo economico del Paese. Di questo problema devono, a nostro avviso, farsi carico anche le banche “maggiori” e le autorità di vigilanza.

Gianfranco Antognoli

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