La Zona distretto della Versilia, in collaborazione con l’unità operativa complessa Screening aziendali, porta avanti la campagna di sensibilizzazione agli screening con la presenza di una postazione informativa e distribuzione di materiale realizzato dalla Regione Toscana all’interno delle sedi distrettuali della Versilia.
In particolare per tutto il mese di novembre una postazione sarà presente il mercoledì dalle ore 8 alle 11 nella Casa della Comunità Tabarracci e in quella di Camaiore; il giovedì sempre dalle ore 8 alle 11 nella Casa della Comunità di Pietrasanta.
La campagna è dunque ripartita oggi (13 novembre) al Tabarracci e proseguirà domani (14 novembre) nella Casa della Comunità di Pietrasanta, per poi essere ripetuta nelle settimane successive di novembre. Anche a dicembre saranno organizzati incontri di informazione e sensibilizzazione.
L’iniziativa, finalizzata alla sensibilizzazione della cittadinanza per far aumentare l’adesione agli screening, vede il coinvolgimento di personale infermieristico, ostetrico e amministrativo.
Nei giorni scorsi si era svolto anche un Open Day dedicato agli screening oncologici in tutto il territorio dell’Asl, da Piombino a Fivizzano, da Pontedera a Livorno passando da Lucca, dalla Versilia. In decine di punti informativi allestiti all’ingresso di ospedali e case di comunità, gli operatori sanitari hanno sensibilizzato gli utenti e i cittadini ad aderire alle tre campagne di screening gratuite per prevenire il tumore del colon retto, della mammella e della cervice uterina.
“Abbiamo contattato centinaia di persone – dice Lidia Di Stefano, responsabile degli screening oncologici dell’Asl Toscana nord ovest – spiegando come si accede ai monitoraggi. Noi invitiamo la popolazione ad effettuare i vari test fissando un appuntamento. Oltre 500 persone hanno poi riempito il modulo con cui hanno chiesto di essere invitate agli screening. Aderire è un’occasione da non sprecare perché è importante intervenire prima che ci sia il tumore. Gli screening servono proprio ad individuare le lesioni che avvengono prima che si sviluppi il tumore vero e proprio”.
“Ai cittadini abbiamo anche spiegato che risultare positivi ad uno screening non vuol dire avere un tumore, ma è semplicemente un modo per attenzionare meglio il problema – sottolinea Di Stefano – . Basti pensare che ogni anno invitiamo oltre 200mila persone per lo screening al colon retto, più di 100mila per lo screening della mammella e altri 80mila per la cervice uterina. In questo modo – conclude – riusciamo ad intercettare i casi in cui sono presenti lesioni precancerose che poi vengono trattate durante gli esami di approfondimento”.