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venerdì, Maggio 3, 2024

La centralità del lavoro con l’economia che rallenta: occorre un patto tra governo, imprenditori e sindacati

Il tema connesso dell’Intelligenza Artificiale. Il futuro è già arrivato ma non bisogna avere paura dei cambiamenti. La realtà deve essere governata e non subita.

Se l’imprenditore deve essere dotato di competenza, rispetto e coraggio, il lavoratore deve essere – come sosteneva Giorgio La Pira, il sindaco Santo – un coordinatore, un corresponsabile un soggetto e non un oggetto dell’economia. La Pira sosteneva e argomentava che sia lo Stato come i privati devono spendersi in progetti finalizzati alla massima occupazione ed al soddisfacimento dei bisogni essenziali dell’uomo. Creare occupazione oltre che giusto è anche conveniente economicamente: la disoccupazione giovanile è distruzione di capitale umano e di ricchezza.

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Il miracolo economico dell’Italia del dopoguerra fu dovuto ai governi della Repubblica ma anche ad imprenditori che si prendevano cura del lavoro dei propri dipendenti e delle comunità facendo funzionare l’ascensore sociale. Dalle crisi più o meno gravi, sostengono gli economisti più avveduti. si esce con le virtù e l’impegno, non certo con la rassegnazione.

Oggi, però, con la situazione geopolitica mondiale in turbolente movimento, con i flussi migratori in atto e non controllati da un piano di gestione intelligente, cresce la povertà per le disparità sociali e retributive, mentre l’ascensore sociale, che ha mosso lo sviluppo nei tempi migliori, pare inesorabilmente fermo al piano terra…

Con l’effetto negativo sui tassi di interesse elevati, l’inflazione che pure ora morde di meno e la dinamica negativa del commercio internazionale, il PIL non cresce e per famiglie e imprese occorre un patto intelligente con la supervisione di chi ha il governo del Paese. Nel rapporto lavoro/economia il lavoro ha perso la centralità, e la flessibilità rischia di trasformarsi pericolosamente in precarietà e perdita di dignità e diritti, complice anche il tema dell’Intelligenza Artificiale.

I nostri governanti – a tutti i livelli – dovrebbero essere dotati di cultura, competenza e stile di guida. Il futuro è già arrivato e dovrà essere ‘governato’ con intelligenza umana e responsabile equilibrio. Le preoccupazioni degli esperti infatti sono che le macchine potrebbero sostituirsi all’uomo arrivando a prendere decisioni basate su algoritmi e non sull’etica con possibile stravolgimento degli equilibri sociali. Quindi il rischio potenziale per le attuali professioni deve essere valutato e ‘seguito’ dal governo e dalle parti sociali. 

Occorre, concludendo, agire con grande attenzione per scongiurare conquiste sociali e rispettare doverosamente la dignità dell’uomo e la coscienza evolutiva. Non bisogna mai avere paura dei cambiamenti: questo è l’insegnamento della storia, anche economica, ma cogliere al meglio le opportunità e le sfide che si presentano…

Gianfranco Antognoli

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