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Comune di Viareggio
martedì, Dicembre 3, 2024

Si cambia, anzi no, forse…

Sembra assurdo ma è tutto vero, la vicenda sull’area “Ex casa del fascio” si arricchisce di un nuovo capitolo, si passa nel giro di pochi mesi dall’esproprio a una proposta “transattiva”. Ma che significa tutto questo?
Non è chiaro il passaggio amministrativo, l’unica cosa certa è la memoria di quel maledetto 18 luglio 1945 alle ore 15,45, quando l’esplosione delle mine causò 80 morti tra civili e militari, 16 viareggini perirono e oltre 250 feriti portarono per sempre le conseguenze sul proprio corpo.
Quel giorno doveva tenersi una festa tra i militari e i civili di una Viareggio devastata dalla guerra e la ferocia nazifascista aveva pensato bene di portarsi con se tanti innocenti con l’esplosione delle centinaia di mine conservate nell’adiacente villino. Spesso si sente parlare di quel quadrilatero come se vi fosse una maledizione dopo che le acque restituirono il corpo, quasi irriconoscibile dell’immenso poeta Shelley, proprio un 18 luglio di duecento anni fa.
Oggi nessuna memoria, nessuna lapide ricorda né i tanti innocenti e tanto meno il grande poeta i cui resti vennero dati alle fiamme secondo il regolamento del tempo proprio nell’area interessata. Questo quadrilatero è in condizioni indicibili diciamocelo con franchezza e molte frequentazioni ambigue la fanno da padrona a qualsiasi ora del giorno e della notte.
Com’è noto la destinazione dell’area, con grande scalpore e speranze sembrava fosse finalmente risolta con la delibera di giunta del 13 ottobre scorso, la n. 351/21, per l’esattezza, dove veniva stabilito un piano di esproprio dell’area e un ammontare di spesa di 220.000 euro per realizzare un parco con giochi d’acqua nei 2.323 metri quadri.
Poi la doccia fredda e un contrordine signori, quindi la proposta soft di un accordo con la curatela, senza contare le inesattezze sulla storia amministrativa dell’area e qua è importante citare la frase: “in passato l’area è stata oggetto di un’operazione urbanistica che ha portato il Comune a cederla ai privati”… Insomma l’area, come sanno tutti, era privata ad eccezione di una parte di proprietà del Ministero delle Finanze poi acquisita da privati e infine attraverso altri passaggi giunse all’ultima società oggi oggetto del procedimento di fallimento con conseguente gestione da parte della curatela. Questa la storia, ma noi siamo viareggini e sappiamo.
Le considerazioni possono essere diverse ma su tutte prevalgono due ipotesi, quindi o non era possibile procedere a un esproprio, oppure si agisce a colpi di comunicati stampa.
Se analizziamo il primo caso, ovvero l’esproprio, vista l’impossibilità per palesi motivazioni economiche, fa sorgere una domanda: perché si è insistito tanto con un piano e un conseguente atto di giunta? Perché solo ora che vengono portate via le longarine si fa clamore?
Insomma alla fine è tutto molto divertente, diciamocelo, però il problema dell’area, oggi a destinazione di verde pubblico secondo l’attuale piano regolatore, cosa sarà in futuro?
Questa amministrazione avrà il coraggio di risolvere la oramai secolare questione oppure ogni anno produrrà una proposta diversa per prendere tempo e alla fine non risolverà quello che tutta la città chiede: ovvero un giardino sul mare e il recupero a verde pubblico? Attendiamo tempi brevi, quelli lunghi son già trascorsi.

L’attuale lotto denominato Ex Casa del Fascio
Soldati americani davanti alla Ex Casa del Fascio

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