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Comune di Viareggio
giovedì, Aprile 25, 2024

Outsourcing e Premio Viareggio

Come non si può restar perplessi di fronte a un cambio così importante, come l’affidamento dell’organizzazione del Premio Viareggio alla Fondazione Pucciniana?
Ha veramente dell’incredibile se pensiamo che fino a pochi mesi fa Viareggio aveva l’ambizione di poter concorrere al primato di Capitale della Cultura, con importanti investimenti, anche se per ora con un ritorno d’immagine tutto da valutare, se escludiamo l’eccezione di un paio di passaggi televisivi nazionali.
La delibera che sdogana definitivamente il passaggio dall’ente Comune alla Fondazione Pucciniana è sancito con atto di giunta del 17 giugno, precisamente la n° 246 per chi volesse approfondire.
Questa logica amministrativa della esternalizzazione dei servizi, outsourcing per gli amanti degli inglesismi, oggi prevale un po’ ovunque, ma diciamocelo con franchezza oramai a Viareggio, per volontà politica dà l’impressione che sia divenuta un vero e proprio primato amministrativo.
Ma non si occuperà solo del prestigioso premio Repaci, ma anche del bicentenario (della morte) di Shelley e del centoquarantesimo anno dalla nascita di Lorenzo Viani.
Insomma si va dalla pittura di Viani, all’opera di Shelley passando per Puccini con il Premio letterario, senza contare la manifestazione di inaugurazione dei lavori sulla Terrazza della Repubblica con Malika Ayane, in poche parole “Di tutto di più” stile vecchio spot della Rai anni ’90.

Oriana Fallaci e il Premio Viareggio

Ma se ci fermiamo un attimo e proviamo a riflettere sulla storia del Premio letterario, dalla sua fondazione ad oggi, possiamo dire che questo passaggio sia accettabile? Abbiamo notato, già nella scorsa edizione una spettacolarizzazione dell’evento, con tanto di diritti televisivi e star nazionali del calibro di Benigni. Non che questo possa inficiare il risultato finale del rendere la cultura sempre più alla portata di un pubblico vasto ma fornisce l’immagine di una spettacolarizzazione fino alla banalizzazione dei contenuti.
Ci allontana definitivamente dal primato del pubblico sulla cultura inteso come garante di imparzialità, di interesse collettivo e di crescita intellettuale di una comunità, riconducendoci in un panorama sempre più privatistico e in questo caso esternalizzato dall’ente che dovrebbe, dico dovrebbe… conservare il primato, forse l’ultimo.
Si palesa così l’azione amministrativa, quindi: la mancanza di valorizzazione delle risorse interne al Comune la quale porta inevitabilmente a dover ricorrere alle fondazioni esterne.
Tutto ciò può sembrare un giudizio, ma è la realtà e probabilmente anche quest’anno avremo una ragione in più per leggere un libro sotto l’ombrellone, sperando che anche quest’ultimo non esternalizzi il nostro pensiero.

Pasolini in Versilia
Pasolini e Moravia

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