Per mesi associazioni ambientaliste, comitati e cittadini hanno cercato di far comprendere all’amministrazione comunale non solo l’inutilità della scelta di una ciclovia nelle aree protette della Lecciona, ma anche l’esigenza di invertire le logiche sviluppiste. La comunicazione che da sempre è stata invocata da associazioni, comitati e liberi cittadini ha sottolineato più fattori negativi ma su tutto sembra essere prevalso lo stravolgimento ambientale, la compromissione permanente di un’area di grande importanza paesaggistica e la fine di quell’equilibrio dell’ecosistema.
Stamane una mobilitazione sostenibile ha ripreso l’opera di sensibilizzazione, la staffetta del Parco, a difesa di un luogo che per Viareggio significa valorizzare la diversità ambientale e la conservazione di un patrimoni unico.
Sulla stampa locale nei giorni scorsi sono trapelate le prime indiscrezioni a livello ministeriale dove l’indirizzo, voluto dall’amministrazione, verrebbe accantonato nel rispetto degli studi già portati avanti nella pianificazione del Parco per la conferma del passaggio della ciclovia Tirrenica dal viale dei Tigli.
La manifestazione dei 2.000 del 4 settembre ha mosso molte acque e anche il Pd che fino a ieri pareva essere possibilista, oggi, dai banchi dell’opposizione, muove critiche sulla ciclabile in darsena.
Un progetto che comincia a zoppicare, troppi i dubbi nelle forze politiche, poche le certezze sul viale Europa, per non parlare delle attività commerciali in Darsena e delle scuole Jenco. Già qua si paventa l’assurdo, mentre tutti si adoperano per la sicurezza dei bambini in uscita dalla scuola avremmo proprio lì, sulla soglia, la tanto agognata turbo-ciclabile.
Insomma tra piste ciclabili realizzate dalla partecipata pubblico-privata con affidamento diretto, all’indirizzo che inverte i ruoli dove il comune pianifica nell’area parco con il nulla osta dell’Ente.
Ma se colleghiamo queste tendenze di nuove urbanizzazioni fatte per tempi e modi progressivi proprio nel Parco, potremmo congiungervi il recente disegno di legge delega sulla concorrenza ora in discussione al parlamento. Tutto un dettato neoliberista dove prevale la privatizzazione dei servizi pubblici locali. Praticamente il pubblico con i suoi enti, sarebbe un arbitro senza fischietto e le aree più pregiate come quella di un Parco regionale potrebbero essere completamente stravolta a favore di uno sfruttamento turistico massificato.
Quale “transazione ecologica”, quale innovativa proposta in quel braccio di ferro fortemente voluto dall’amministrazione?
Molti sono i punti interrogativi, nel frattempo la staffetta non si arresta e tra la Lecciona, Vecchiano e San Rossore si propone un modello di sviluppo ragionato e rispettoso dell’ambiente in linea con la pianificazione e il rispetto delle competenze.
Nel pomeriggio la consegna dell’articolo 19.1.4 nella sede del Parco presieduto da Bani, del secondo piano di gestione dove sono contenute le finalità: “la conservazione, la difesa e la ricostituzione degli habitat naturali” e infine “l’uso da parte delle persone viene ammesso nella quantità e nei modi che non compromettano in alcun caso, direttamente o indirettamente, la vitalità delle specie e degli habitat naturali”. Così solo per ricordare…