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venerdì, Aprile 19, 2024

A rischio il credito d’imposta per i maggiori costi energetici: appello di Confindustria ai parlamentari dell’area

Dopo la buona notizia del Decreto aiuti, arriva la doccia fredda delle modifiche nell’iter di conversione in legge, che rischia di vanificare in gran parte l’efficacia della misura sul credito di imposta introdotto a favore delle aziende colpite dai massicci rincari di energia elettrica e gas metano.

Il decreto legge numero 50 del maggio scorso prevedeva un contributo straordinario per alleggerire il peso che le aziende si sono trovate a portare con le impennate dei costi energetici. Veniva in sostanza introdotto un credito di imposta in compensazione di portata significativa: dal 10% al 25% della spesa sostenuta, in termini diversificati a seconda di entità e tipologia di consumi. La possibilità di accedere al beneficio riguarda infatti sia le imprese energivore e gasivore (quindi rientranti in parametri che le connotano come forti consumatori di energia elettrica e gas metano), sia quelle che non lo sono e che erano state escluse in precedenza da aiuti del genere. Una platea quindi molto ampia per un provvedimento atteso e di grande utilità per le imprese .

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“Ora, nell’iter di conversione in legge del decreto, è arrivata una tegola che rischia di vanificare la portata di questo provvedimento – spiega Tiziano Pieretti, vicepresidente di Confindustria Toscana Nord con delega all’energia -. E’ infatti stata introdotta una modifica che assoggetta questo beneficio alle regole del ‘de minimis’. In pratica anche questo credito di imposta rientrerebbe nel massimale di 200.000 euro, sommatoria di tutti gli aiuti di stato europei concessi alle imprese negli ultimi tre anni: probabilmente questo varrebbe per tutte le aziende, energivore/gasivore e non, anche se il testo si presta a interpretazioni diverse. Data l’entità degli aggravi, e quindi del potenziale credito, assoggettare questo beneficio al ‘de minimis’ significa svuotarlo di significato. Abbiamo scritto d’urgenza a tutti i parlamentari eletti a Lucca, Pistoia e Prato facendo presente il problema. Non voglio pensare che il nostro appello venga ignorato: sarebbe una beffa terribile. Contiamo sui nostri rappresentanti, alcuni dei quali hanno già manifestato attenzione per il nostro rilievo, perché si torni al testo originario del decreto e si conceda un qualche sollievo alle imprese provate dai rincari della bolletta energetica”.

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