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venerdì, Novembre 22, 2024

Bilanciare i tempi di lavoro e di vita. Con il progetto “Family Net” si può migliorare il benessere delle persone con ricadute positive sulle aziende

La conciliazione dei tempi di vita e di lavoro è un problema per tutti, non solo per le donne che culturalmente anche da noi sono viste come i soggetti responsabili dei compiti di cura, ma in questi anni anche da persone ‘single’ che devono accudire figli e genitori anziani.

La neo presidente della Commissione Pari Opportunità della Provincia di Lucca, primario dei pronto soccorso della Valle del Serchio e responsabile del codice rosa per la Asl Toscana Nord Ovest, dottoressa Piera Banti, interviene sulla tematica centrale del progetto “Lucca Family Net” promosso dalla Provincia di Lucca per generare un cambiamento culturale in ambito lavorativo, nel settore pubblico come nel privato, che passa attraverso una migliore gestione del tempo dedicato a famiglia e lavoro, e l’attenzione al benessere delle persone.

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Sul nostro territorio, siamo culturalmente arretrati in questo ambito?

Ancora non esiste un’adeguata cultura lavorativa di bilanciamento vita-lavoro e tantomeno un contesto di applicazione omogeneo – spiega Banti -. Che siano voluti o imposti dalla cultura, è un fatto che la vita famigliare ci condizioni di più. Tipicamente, per le donne che vogliono figli, uno di questi vincoli si chiama orologio biologico. Per molte di noi c’è una prima fase lavorativa in cui la priorità è data al lavoro, seguita da una in cui viene data maggiore priorità alla famiglia. Per alcune donne, una volta cresciuti i figli, il pendolo torna a oscillare nella direzione del lavoro, ma non sempre esse riescono a recuperare il tempo perduto in termini di carriera. Inoltre, per tante iniziano ad aumentare i carichi dovuti a genitori anziani”.

Qual è il problema principale?

Il punto di bilanciamento varia da persona a persona e può cambiare per la stessa persona nell’arco della vita. C’è di più. Il bisogno di una migliore conciliabilità tra dimensione privata e professionale si impone anche in forza dei cambiamenti che investono l’offerta di forza lavoro, sempre più diversificata in termini di genere, età, formazione, e la famiglia. Siamo di fronte infatti a un mercato del lavoro sempre più popolato da madri, genitori single e coppie ‘a doppia carriera’ e cresce il numero di donne e uomini con responsabilità di cura non più solo verso i figli, ma anche verso familiari anziani e non autosufficienti”.

Quali sono le conseguenze?

Il risultato è che sempre più soggetti combinano, almeno in una fase della loro vita, l’impegno professionale con responsabilità di cura e di assistenza. Sebbene la conciliazione tra vita familiare e attività lavorativa sia un’esigenza avvertita in misura maggiore dalle donne che dagli uomini, in realtà riguarda e beneficia gli uni e le altre. In altri termini, la conciliabilità va considerata una questione di famiglia, in cui uomini e donne si sentono e sono ugualmente coinvolti. Perseguire obiettivi di conciliabilità significa, infatti, favorire un’armonia nelle scelte delle coppie rispetto alle loro aspirazioni non solo come individui, ma anche come famiglia”.

Su cosa bisogna intervenire?

Il principale ostacolo alla diffusione di una cultura di conciliazione vita-lavoro rimane la diseguaglianza di genere – dichiara Banti -. Infatti la maggiore difficoltà nel conciliare i ritmi lavorativi con le esigenze familiari e il tempo per sé è legata principalmente al permanere dei retaggi culturali che causano marcate differenze tra uomini e donne nella distribuzione del tempo tra lavoro retribuito e responsabilità di cura. Tutto questo, svantaggia la donna rispetto agli uomini a partecipare al mercato del lavoro”. 

Il Progetto Lucca Family Net, approvato e finanziato dal Dipartimento per le politiche della Famiglia della Presidenza del Consiglio dei Ministri, è un progetto innovativo per favorire il benessere familiare, la conciliazione dei tempi famiglia-lavoro e la parità di genere all’interno dei luoghi di lavoro e delle famiglie al fine di migliorare la qualità della vita e il benessere delle persone e delle organizzazioni. Aziende pubbliche, private e del terzo settore possono accedere al cofinanziamento del percorso per conseguire la certificazione Family Audit per introdurre al proprio interno soluzioni organizzative innovative legate alla flessibilità del lavoro e alla cultura della conciliazione con conseguenti benefici sulla performance aziendale e dell’occupazione femminile. La stessa Provincia di Lucca ha conseguito la certificazione.

Su cosa occorre insistere?

La disuguaglianza di genere – aggiunge Banti – è spesso legata, come si è visto a stereotipi ed aspetti culturali che la incentivano, tra cui la visione della donna come unico soggetto preposto alle cure familiari e le normali attività domestiche. Rispetto a questi punti restano dunque necessarie specifiche politiche di conciliazione e percorsi di educazione sociale e culturale.  Cambiare mentalità e combattere gli stereotipi, infatti, è il primo passo per eliminare le differenze di genere e migliorare la condizione delle donne, garantendo la possibilità di una migliore conciliazione tra vita e lavoro, oltre che di partecipazione delle stesse al mercato del lavoro. Diviene quindi indispensabile promuovere politiche di work-life balance in grado di radicarsi in modo strutturale, permeando culturalmente la società”. 

Quali sono in concreto le iniziative di conciliazione? 

“Ecco alcuni esempi: la disponibilità di un tempo part-time, in quanto permette di ridurre il tempo di lavoro per rispondere alle esigenze familiari; la possibilità di smart-working, potendo restringere gli impatti negativi generati dalla mobilità sulla famiglia; l’attivazione di un asilo nido aziendale, offrendo la possibilità di una prossimità dei figli alle madri anche nell’ambito di lavoro; la disponibilità di speciali congedi in caso di maternità; la presenza di servizi di disbrigo pratiche amministrative personali; e così via”.

Quali sono i vantaggi per l’azienda, pubblica o privata che sia? 

“In coerenza con tale circolo virtuoso, è stato dimostrato come un’impresa attenta alla conciliazione vita-lavoro dei dipendenti possa ottenere benefici in termini di: miglioramento delle performance finanziarie; incremento dei livelli di soddisfazione dei lavoratori, con conseguenti ricadute positive in termini di produttività e motivazione; sviluppo della capacità di attrarre e trattenere talenti”.

Per informazioni: https://www.provincia.lucca.it/familynet

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