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venerdì, Novembre 22, 2024

“Ciao mamma, mi si è rotto il telefono”: e su WhatsApp arriva la richiesta di soldi. L’allarme truffe dell’Adoc

“Ciao mamma. Mi si è rotto il telefono e questo è il mio nuovo numero. Per favore, scrivimi su WhatsApp”. Poche righe che bastano a scatenare una risposta apprensiva da parte dei genitori e così inizia un viaggio nell’incubo che porta a una delle truffe che stanno prendendo piede negli ultimi anni. I truffatori ora prendono di mira soprattutto genitori più anziani con una procedura che punta ad attaccare i risparmi con richieste da migliaia di euro.

Come fanno? “Si fingono il figlio, magari che vive da solo e in carriera, lontano dalla famiglia. A questo punto, con la scusa del telefono rotto da cui non riescono a prelevare dati e documenti, chiedono al genitore di versare delle somme ‘urgenti’, magari il pagamento di fatture in modo che la famiglia non possa sospettare nulla, neppure se il beneficiario ha un Iban e un nome straniero – spiga Mauro Bartolini, presidente di Adoc Toscana Nord -. Le somme, trattandosi di lavoro, sono poi anche piuttosto alte ma accessibili, diciamo, per un anziano con una pensione. L’ultimo caso che ci è capitato era la richiesta del pagamento di una fattura per 4.500 euro. Anche se il genitore in un primo momento è titubante, l’urgenza e la pressione da parte di quello che crede essere suo figlio dall’altro lato della chat lo spinge a pagare subito senza approfondire”.

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Una truffa semplice ma che spesso arriva allo scopo e riottenere le somme è praticamente impossibile. “Purtroppo la cosa migliore da fare è verificare tutto prima di pagare qualsiasi somma – conclude l’associazione dei consumatori di Massa Carrara e Lucca -. Se possibile contattare un amico, un conoscente o i compagni di vita dei nostri figli per sapere se è davvero lui a scriverci. Si può anche provare a chiedere di fare una videochiamata per essere sicuri di chi è dall’altra parte del telefono. Inoltre segnalare tutto alla polizia e non versare mai alcuna somma prima di ottenere tutte le verifiche del caso”.

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