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lunedì, Dicembre 9, 2024

Disponibili per le imprese grazie al factoring 40 miliardi in più per poter supportare l’esecuzione del PNRR

“L’industria del factoring per il PNRR: 40 miliardi in più alle imprese in tre anni per supportare l’esecuzione del piano”: questo il titolo di un interessante articolo che sarà pubblicato nel prossimo numero di “Leasing Time Magazine”, il mensile di economia, finanza e cultura diretto da Gianfranco Antognoli. L’articolo – che riceviamo e pubblichiamo in anteprima – illustra le tematiche affrontate nel corso dell’assemblea annuale di Assifact (l’associazione che riunisce le società del settore), le proposte inviate al Governo per agevolare le imprese nel ricorso ai servizi di factoring e le opportunità offerte da tale soluzione, oltre ai numeri aggiornati del settore.

L’industria del factoring è pronta a mettere a disposizione delle imprese oltre 40 miliardi di euro di nuove erogazioni in tre anni per supportare l’esecuzione del PNRR, ulteriormente incrementabili facendo leva su interventi di semplificazione e digitalizzazione che Assifact, l’Associazione che riunisce le società del settore (250 miliardi di euro di volume d’affari nel 2021, pari al 14% del Pil) propone al Governo per agevolare le imprese nel ricorso ai servizi di factoring.

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Le proposte di Assifact per il PNRR

La questione è stata dibattuta nel corso dell’Assemblea annuale (29 giugno). Assifact ha suggerito di esplorare, d’intesa con le Istituzioni, la fattibilità di nuove soluzioni di smobilizzo dei crediti per assecondare i tempi imposti dal PNRR, incardinando un’attività di anticipazione dei flussi finanziari connessi alle diverse commesse nel modello di movimentazione dei flussi di rimborso dei progetti. Il Governo potrebbe attivare tavoli di lavoro tecnici per rimuovere eventuali ostacoli normativi e individuare strumenti giuridici adatti.

Riguardo in particolare ai crediti delle imprese nei confronti della Pubblica Amministrazione, di riconoscere il factoring come un’adeguata ed efficace misura di sostegno per le imprese che vantano crediti nei confronti di una pubblica amministrazione, di aggiornare la normativa rispetto alla cessione del credito e modificare i sistemi informativi nella prospettiva dell’implementazione di un sistema integrato di gestione delle fatture, dei pagamenti e delle cessioni di crediti commerciali verso la Pubblica Amministrazione.

Il governo potrebbe consentire la stipula mediante scrittura privata e comunicazione tramite PCC per tutte le cessioni di crediti verso la Pubblica Amministrazione; permettere al creditore di accedere alle informazioni relative agli ordini di pagamento collegati alle singole fatture pagate; razionalizzare i portali utilizzati dalle diverse amministrazioni sul territorio nazionale; ridurre gli adempimenti richiesti agli enti prima di procedere al pagamento; rafforzare e semplificare la certificazione del credito.

Fausto Galmarini, Presidente di Assifact, ha affermato: «Come industria del factoring vogliamo essere partner della trasformazione del sistema e della Pubblica Amministrazione, nonché promotori del rilancio delle imprese, in particolare delle PMI, agendo come accelerato re della trasformazione con prodotti e servizi dedicati alle missioni del PNRR e ai settori chiave dall’iniziativa».

L’indagine Assifact-KPMG

Il livello di soddisfazione delle imprese che utilizzano il factoring è alto. La conferma viene dai risultati preliminari dell’indagine avviata da Assifact in collaborazione con KPMG, presentati in anteprima nel corso della tavola rotonda che ha seguito la relazione di Fausto Galmarini e l’intervento del Direttore di Confindustria Francesca Mariotti. Per le imprese il credito commerciale è uno strumento per fidelizzare la clientela, sostenerla finanziariamente e allo stesso tempo programmare e sincronizzare i flussi di cassa. Emergono chiare esigenze di supporto alla gestione anche del ciclo passivo del circolante; il factoring non è un prodotto di nicchia: le imprese lo conoscono e lo utilizzano, con modalità sempre più digitali; il factoring è visto soprattutto come una fonte di liquidità complementare al credito bancario e come un mezzo per ottimizzare il circolante, anche attraverso l’eliminazione dei crediti dal bilancio. Per il 28,02% delle imprese il factoring rappresenta «una forma di finanziamento complementare al credito bancario», per il 26,92% «un modo per ottimizzare il capitale circolante attraverso l’eliminazione dei crediti dal bilancio», per il 17,03% una forma di garanzia del buon fine dei crediti commerciali, per il 13,74% «uno strumento per gestire professionalmente il credito», per il 12,09% una forma di finanziamento alternativa al credito bancario», per il 2,20% «una forma di recupero di crediti insoluti o problematici».

Sul fronte digital – in base ai risultati dell’indagine Assifact-KPMG, i servizi offerti dai factor incontrano il gradimento delle imprese, anche più di banche e fintech, e le imprese si aspettano una crescente integrazione. Inoltre, il factoring “piace” alle imprese più delle soluzioni alternative: in particolare rispetto al credito bancario le imprese apprezzano la maggiore disponibilità a concedere finanziamenti e la richiesta di minori garanzie. Il 51% delle imprese intervistate ha integrato i propri sistemi con una piattaforma digitale a supporto del capitale circolante, il 44% esprime interesse per l’opportunità di utilizzare, per il ciclo passivo, una piattaforma unica che consenta l’accesso a diversi finanziatori e/o forme di supporto al capitale circolante; l’81% giudica buono o ottimo il grado di evoluzione tecnologica delle società di factoring, più delle banche (63%) e dei provider di finanza alternativa (69%).

«Il livello complessivo di soddisfazione delle imprese che utilizzano il factoring» ha tenuto a sottolineare Alessandro Carretta, Segretario Generale di Assifact e professore di Economia degli Intermediari Finanziari all’Università di Roma Tor Vergata «è particolarmente elevato e migliore dei prodotti alternativi. L’indagine che stiamo conducendo con KPMG è ancora in corso, confidiamo che molte altre imprese aderiscano all’iniziativa».

Alla tavola rotonda, dal titolo “La gestione del capitale circolante delle imprese in uno scenario di continua incertezza”, coordinata dal vicedirettore del Sole 24 Ore Alberto Orioli, hanno partecipato Alessandro Carretta, Fabrizio Ceriotti presidente Andaf Lombardia, Stefano Firpo, Capo di Gabinetto del Ministero Innovazione Tecnologica e Transizione Digitale, Alessandro Ricco, Head of Trade and Working Capital Italy BARCLAYS BANK IRELAND e Vicepresidente Assifact, e Guido Tirloni, Associate Partner KPMG.

La crescita del factoring

A fine maggio 2022 l’industria italiana del factoring ha fatto registrare 107,02 miliardi di euro di volume d’affari, il 15,39% in più rispetto al 2021. Anche gli Anticipi e i corrispettivi pagati sono cresciuti a maggio 2022 del 13,23%. Lo ha evidenziato il Presidente Galmarini nella sua Relazione annuale. Già nei primi tre mesi di quest’anno, dopo il forte recupero del 2021, la crescita aveva riportato il turnover al di sopra dei livelli pre-pandemici: 63,31 miliardi a fine marzo contro 55,53 nello stesso periodo del 2021 e 58,39 a fine marzo 2020. Le imprese che si rivolgono al factoring per cedere i propri crediti sono 31.600, di cui il 64% piccole e medie imprese. Il 29,44% del totale sono aziende manifatturiere. Il settore pubblico rappresenta una quota significativa dei debitori ceduti: 27,7 miliardi di euro di volume d’affari nel 2021, pari all’11,15% del totale.

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