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venerdì, Dicembre 6, 2024

Rinnovo concessioni ambulanti, i comuni frenano. Anva Confesercenti chiede di accelerare i tempi

“Ci sono alcuni Comuni nella provincia di Lucca che stanno assumendo posizioni ‘attendiste’ in relazione alle procedure in corso di definizione per il rinnovo delle concessioni di suolo pubblico scadute il 31 dicembre 2020, rinnovo il cui termine scade il prossimo 29 giugno. Il nostro auspicio che le procedure siano portate a termine per non creare danni a tutti coloro che operano su suolo pubblico, dagli ambulanti ai titolari chioschi per i giornali”. E’ Anva Toscana Nord, il sindacato ambulanti di Confesercenti, con il suo responsabile Claudio Del Sarto, a tornare sulla questione del rinnovo delle concessioni del suolo pubblico che anche causa pandemia ha avuto uno slittamento.

“Stiamo parlando di concessioni – spiega Del Sarto – che ai sensi dell’art. 181, comma 4-bis, del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito nella legge 17 luglio 2020, n. 77, devono essere rinnovate per la durata di dodici anni, secondo le linee guida adottate dal Ministero dello sviluppo economico con decreto 25 novembre 2020 e con le modalità stabilite dalle Regioni; ovviamente dopo aver verificato la sussistenza dei requisiti di onorabilità e professionalità prescritti, compresa l’iscrizione ai registri camerali. Proprio in relazione all’emergenza epidemiologica – aggiunge il responsabile Anva Toscana Nord -, ai Comuni era stata concessa la possibilità di concludere il procedimento amministrativo di rinnovo delle concessioni di aree pubbliche entro i novanta giorni successivi alla dichiarazione di cessazione dello stato di emergenza, quindi il prossimo 29 giugno. In caso di mancato rinnovo le concessioni cesserebbero la loro validità decadendo la proroga concessa durante la pandemia”.

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Secondo Del Sarto i motivi di questa attesa da parte di alcune amministrazioni “sembra legata ad una presunta applicazione anche al suolo pubblico della Direttiva Servizi, la così detta Bolkestein. Una presunta applicazione, secondo noi,  visto la legge n. 145/2018, che, all’art. 1, comma 686, ha provveduto a sottrarre il commercio su aree pubbliche dall’ambito della direttiva. I principi sanciti dal Consiglio di Stato nel novembre 2021 sono relativi alle concessioni demaniali marittime; il commercio su aree pubbliche continua ad essere soggetto alle norme  che obbligano le amministrazioni a concludere i procedimenti. Tutto questo fino a quando non dovesse intervenire un diverso provvedimento legislativo o giudiziario allo stato inesistente – conclude -; i casi relativi ad alcune sentenze del Tar Lazio e Sardegna, sono infatti applicabili solo alle fattispecie ed agli atti amministrativi su i quali tribunali si sono espressi”.

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