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venerdì, Novembre 22, 2024

Gli anglicani a Bagni di Lucca: i segni della presenza di una numerosa e qualificata colonia inglese

La presenza degli inglesi a Bagni di Lucca è sempre stata una componente piuttosto numerosa e qualificata, tanto è vero che per quasi tutto il secolo XIX, nonchè a cavallo con il XX, la rese famosa in tutta Europa, e non solo. Ne sono probante testimonianze sia l’edificio che comunemente viene chiamato “Chiesa Inglese” – denominazione ufficiale al tempo della sua apertura al culto anglicano: “Palace for the English Nation” (per non suscitare problemi con l’allora Curia Arcivescovile lucchese) situato proprio nel centro del capoluogo – quanto il cimitero, anche questo detto “inglese”, collocato lungo la “SS 12” dell’Abetone e del Brennero sulla riva sinistra del torrente Lima.

Il primo costruito esternamente come un comune palazzo su progetto dell’architetto Giuseppe Pardini, fu inaugurato nel 1840 su concessione del Duca Carlo Lodovico di Borbone, mentre il secondo venne realizzato due anni dopo, cioè nel 1842, e tuttora conserva le tombe di molti importanti figli di Albione che – appunto – ebbero a soggiornare a Bagni di Lucca e qui vollero essere sepolti. Una località, questa, non a caso acelta per il clima estivo quanto mai mite e soprattutto per le terme che allora erano fra le più rinomate non solo in Italia.

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Per la cronaca diciamo che la “chiesa inglese”, dipendente da Gibilterra, rimase attiva con il reverendo Graham Howes fino al 1936, per poi restare praticamente abbandonata per quarant’ anni, cioè fino al 1976. In quell’anno, infatti, l’edificio venne acquisito dal Comune con la precisa clausola di adibirlo a scopi sociali e culturali. Conseguenza logica la sua definitiva destinazione a Biblioteca comunale che si avvale di una ricchissima raccolta di volumi, costituita in buona parte da rari (se non unici) testi in lingua inglese. Tutto ciò in conseguenza di un lascito, appunto, della colta colonia britannica che, come si è detto, aveva eletto Bagni di Lucca come propria residenza.

Risistemato recentemente dopo anni e anni di incuria e con la messa a dimora di giovani piante di cipresso, il “cimitero inglese” è oggi visitabile in ben determinati orari. Si viene quindi a conoscenza che qui vi sono sepolti numerosi personaggi che al tempo furono illustri. Fra questi citiamo soltanto i più importanti: il colonnello Henry Stisted – fra l’altro realizzatore del cimitero – , miss Rose Cleveland (sorella del 22° Presidente degli Stati Uniti d’America), Eveline Wipple (benefattrice e animatrice della vita culturale e mondana della colonia), Edward Perry Warren e John Marshall (artisti e collezionisti di opere d’arte), nonchè la scrittrice Luise De La Ramée (in arte “Ouida”). Per la cronaca riferiamo che quest’ultima morì a Viareggio nel 1908, ma per volontà del Console inglese di Livorno venne seppellita nel cimitero anglicano di Bagni di Lucca, il cui sarcofago – fra l’altro – è opera dello scultore lucchese Luigi Norfini.

Ci troviamo pertanto di fronte ad un ex luogo di culto anglicano e ad un cimitero inglese che costituiscono, per la loro origine e la loro storia, due assi nella manica per un Comune che del turismo culturale potrebbe fare un biglietto da visita non indifferente. Quindi ci troviamo di fronte ad una realtà che non è mai stata valorizzata come si sarebbe dovuto.  E questa è una realtà che purtoppo Bagni di Lucca si porta dietro per mancanza di iniziative intese a valorizzare un patrimonio culturale non indifferente. E sotto certi aspetti addirittura unico nel nostro paese.  

Mario Pellegrini

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