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venerdì, Novembre 22, 2024

“Il futuro dell’agricoltura? Giovani, scienza e biodiversità”. La ricetta di Sara Guidelli, direttore nazionale Legacoop

Qual è lo stato di salute e dove sta andando l’agricoltura? A tracciare un quadro della situazione di un comparto che da una parte vanta successi ma che dall’altre vive difficoltà atmosferiche e congiunturali è Sara Guidelli, direttore generale nazionale di Legacoop Agricoltura, in un’intervista apparsa sul sito Siena Post. All’associazione sono iscritte 1.497 cooperative attive, con 197.365 soci aderenti, 29.224 addetti e un fatturato pari a 9,7 mld di euro (dati 2019). Sara Guidelli, venti anni di impegno per il movimento, ha ottenuto di recente anche il titolo di Accademico Corrispondente dell’Accademia dei Georgofili.

Molti i temi affrontati, a partire dalle ripercussioni della guerra in Ucraina: “La guerra dei prezzi e la questione del grano non sono elementi legati soltanto al conflitto tra Russia e Ucraina – è la risposta di Guidelli – . Arrivano da prima”. La richiesta di Legacoop Agroalimentare è “di tornare a fare politica agricola, di avere una visione di lungo periodo e allo stesso tempo produrre azioni coerenti con gli obiettivi che vogliamo raggiungere”; inoltre occorre “attivare tutti gli strumenti per non avere problemi di sicurezza alimentare e di accesso al cibo”. A livello dell’Italia, “non c’è un pericolo imminente di carenza di prodotti, anche perché non si dipende così fortemente dai due Paesi in guerra”. Un capitolo a parte  è rappresentato dall’olio di semi, dato che” il consumo annuo di olio di girasole in Italia si aggira sulle 770mila tonnellate, ma produciamo solo 250mila tonnellate di olio grezzo. Il comparto si rivolge soprattutto all’Ucraina che, insieme alla Russia rappresenta il 60% della produzione mondiale di olio di girasole e circa il 75% dell’export mondiale”; quindi “dobbiamo augurarci che questa guerra finisca il prima possibile e capire gli effetti della pace sull’equilibrio mondiale”.

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Quanto agli effetti di caroenergia e blocco dei mercati a Est, “Dobbiamo attendere per capirne gli effetti reali e la reale portata. Certo inflazione e aumenti pesano tra il 20 e il 30% in più e questo potrebbe avere riflessi sulla competitività delle nostre aziende sui mercati stranieri”. L’impatto maggiore del conflitto “è sulla filiera di fornitura di materie prime e energetiche. Gli effetti saranno per tutti, il Pil mondiale era previsto al 4% per il 2022 mentre adesso si è scesi a +3,4%. Dobbiamo auspicare in azioni incisive per contrastare gli effetti, con particolare riferimento all’inflazione”.

Per fare fronte alle necessità, “possiamo puntare all’autosufficienza alimentare con una visione che metta Italia ed Europa al centro. Possiamo recuperare i terreni non coltivati e quelli marginali che in Italia significa utilizzare 200mila ettari di terreno. Dobbiamo lavorare sulla ricerca e sullo sviluppo di tecnologie che riescano a migliorare le coltivazioni da un punto di vista quantitativo. Ricerca e sviluppo di semi e specie in grado di rispondere ai cambiamenti climatici e allo stesso tempo mantenere le caratteristiche della nostra biodiversità”.

Sara Guidelli è anche Accademico Corrispondente dell’Accademia dei Georgofili

Un altro problema da affrontare è quello del calo degli ettari di terreno coltivato: “nella sola Toscana negli ultimi 10 anni sono stati persi 114mila ettari. Che vuol dire -15,2% della Superficie agricola utilizzata (SAU) mentre la media italiana è stata di -2,5%. I 114mila ettari si sommano ai -128mila del decennio precedente tanto che la Toscana ha perso un quarto (27,4%) di superficie coltivabile in soli 20 anni passando dagli 882mila ettari del 2000 ai 754mila del 2010 fino ai 640mila del 2020. Insomma dobbiamo investire in agricoltura, dobbiamo creare filiere di qualità che partano dalla materia prima e arrivino alla trasformazione e alla distribuzione. Dobbiamo riportare l’agricoltura al centro e dare valore alla produzione”.

Fra le note positive vi è il ricambio generazionale: “Ai giovani piace l’agricoltura – rileva Guidelli – , sono numerosi gli esempi di chi rimane nelle aziende di famiglia, di chi continua a conferire nella cooperativa della quale il nonno è stato socio fondatore. Lo dimostra anche la scuola per contadini di San Casciano Val di Pesa, sempre molto frequentata e dove gli studenti, una volta diplomati, trovano immediatamente impiego. I giovani vanno attratti e stimolati. Devono sentirsi protagonisti di un cambiamento e del ruolo che hanno nella difesa del territorio, dell’ambiente e di tutela delle tradizioni attraverso l’uso della tecnologia. I giovani sono il futuro dell’agricoltura se ovviamente l’agricoltura riesce a garantire loro un reddito adeguato. La cooperazione è il modello ideale per la garanzia di un reddito e l’impiego di modelli di agricoltura 4.0”.

Non solo: “L’innovazione è l’unica via per dare risposte ai cambiamenti climatici, per garantire la sostenibilità ambientale, produttiva e soprattutto quella economica e sociale”. Comunque, chi vuole lavorare in agricoltura deve anche “esaltare le tradizioni, recuperare la storia e quindi tutto quel patrimonio di biodiversità che abbiamo e che rappresenta il vero valore del nostro agroalimentare. Biodiversità che si valorizza con l’innovazione per dare risposte ai cambiamenti climatici e alle esigenze di mercato. E poi importante, è connettersi, fare rete perché da soli è difficile andare avanti”.

Questione siccità: per Guidelli “occorre un piano strutturato di contenimento dell’acqua, di creazione di bacini di raccolta, e una concertazione tra governo, regioni, consorzi di bonifica e associazioni, con il mondo dell’agricoltura. Deve essere programmato un piano invasi e trovate le risorse per realizzarlo con urgenza. La siccità di quest’anno è legata ai cambiamenti climatici in atto, ma la carenza di acqua può trovare soluzione con interventi strutturali”. Una mano la possono dare innovazione tecnologica e scienza: “L’agricoltura di precisione passa attraverso una irrigazione di precisione fatta quando serve e decisa attraverso sensori, app e computer. Ma passa anche attraverso la scienza con tecniche di genome editing per ottenere varietà resistenti ai cambiamenti climatici, alla siccità, alla desertificazione. Esiste la ricerca ed esistono quelle innovazioni alle quali dobbiamo guardare subito, velocemente. Penso alle Tea – tecnologie di evoluzione assistita – e penso alla necessità urgente di mettere in piedi azioni rapide, di avere il coraggio di avviare un processo di cambiamento”.

Per leggere l’intervista completa: https://sienapost.it/global/oggi-lagricoltura-non-puo-escludere-la-scienza/

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