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venerdì, Aprile 19, 2024

Le radici dello scontro fra Occidente e Oriente. Una riflessione di Adolfo Lippi

Riceviamo e pubblichiamo in anteprima un articolo del giornalista e regista Adolfo Lippi che sarà pubblicato nel prossimo numero di  aprile del mensile “Leasing Magazine”, diretto da Gianfranco Antognoli. Lippi analizza le radici dello scontro fra Occidente e Oriente e le cause dell’intervento militare della Russia in Ucraina.

Ma cos’è l’Oriente? Cos’è l’Occidente? La drammatica guerra tra Russia e Ucraina, catastrofica, imprevedibile, ha riportato alla nostra attenzione varie ragioni che, da secoli, dividono i due emisferi. Perché se è vero che la guerra è stata evocata dalla velleità d’annessione russa, che pretende a sé la Crimea e il Donbass, al fondo vi è qualcosa di più e sono questioni che riguardano la filosofia, le idee, l’economia, la storia. Cos’è l’Oriente? L’Oriente è quella parte geografica dove nasce il sole. Sono Oriente il Giappone e l’India, le Filippine e la Siberia. Cos’è, invece, l’Occidente? Occidente deriva da “occidere”, qui dove il sole muore e vi appartengono la parte ovest dell’Europa, le Americhe, parte della Africa.

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La Russia è collocabile per metà in Occidente, per l’altra metà in Oriente. Ma non ci si deve limitare solo e soltanto a questioni solari, cioè tra ovest ed est. Perché già ai tempi dei greci, fondatori della cosiddetta “nostra” civiltà, i barbari contro i quali combatterono venivano, vedi i persiani, da oriente, e sempre da lì, dalle profonde regioni ad est vennero poi gli unni o i mongoli, cosicché l’Europa ha sempre “avvertito” il pericolo orientale, compresi gli arabi compresi i giapponesi e i cinesi. Epperò l’Occidente ha vinto, direi che ha stravinto. E questo è ciò che angustia, in fondo, lo “Zar” Putin che vede occidentalizzarsi i costumi russi, finanche quelli cinesi con progressione spaventevole; sicché se il sistema sovietico, autocratico e centralizzato nella corte putiniana, ancora resiste nelle istituzioni, nella società pragmatica tutti si comportano all’occidentale, vestono all’occidentale, mangiano e si istruiscono alla occidentale. E questo non solo e soltanto a Mosca o tra le élite ma proprio nel profondo, finanche nelle città più sperdute dell’Oriente.

Allora cos’è l’Occidente? Dal punto di vista ideologico conviene rileggere un libretto profondo di Renè Guénon dal titolo “Oriente e Occidente” (Adelphi ed.). Guénon, che era un profondo conoscitore del pensiero orientale e un avversario sistematico dell’Occidente (tanto da avere simpatie naziste), segue passo per passo il formarsi e l’affermarsi dell’occidentalismo. Dalla filosofia greca al Cristianesimo, dal Rinascimento a Cartesio, l’Occidente abbandonò ben da prima del Medioevo, cioè in epoca greco-romana (e cristiana), lo spiritualismo astratto, l’esoterismo religioso, a vantaggio di un materialismo matematico, di uno scientismo pratico, a favore di una cercata felicità in questo mondo da ottenere grazie alla democrazia, all’umanesimo, alle conquiste della medicina. Si ebbero poi le rivoluzioni americana e francese e perfino il comunismo marxista (non nazionalista), sicché, con l’ultima grande guerra mondiale, gli Stati Uniti, ultimo prodotto storico dell’Occidente, sconfissero l’idealismo nazi-fascista e l’orientalismo giapponese, con grande scandalo di Guénon che considera satanici sia il liberalismo sia la scienza col rifugiarsi in suggestioni misticheggianti (le medesime di Putin e dei nazionalisti russi) e in entusiasmi reazionari.

Queste suggestioni stanno indubbiamente alla base della mentalità di Putin il quale, abbandonato il marxismo, ritrova perfino nella chiesa ortodossa (erede di Bisanzio, orientale) un supporto per bollare l’Occidente degli ucraini di “drogati” e “omosessuali”, aizzando le tesi che fanno anche da collante ai destrorsi europei, non a caso finanziati dal gerarca del Cremlino.

Secondo costoro, e ne abbiamo alcuni anche in Italia (seguaci di Guénon, anche se non l’hanno letto), la religione “laica” dell’Occidente fatta di idee forti quali “Scienza”, “Giustizia”, “Civiltà”, “Progresso”, “Libertà”, la medesima che sta conquistando il mondo, sarebbe da rifiutare, da contenere, dando invece la vittoria al tradizionalismo, allo spirito tribale, all’antifemminismo, al populo-sovranismo. Insomma, in parole povere, all’irrazionalismo che benissimo narra le vicende che portano al disastro ucraino. L’Oriente, allora, può vincere? Intanto si capisca di quale Oriente si tratta.

Mentre Putin sproposita sul neo-nazismo ucraino, è invece proprio dentro alla cultura che ripudia l’Occidente e il Progresso il pericolo nazista. E non a caso che lì si affermino i seguaci di Guénon. Capito questo si doveva però anche capire come era necessario sconfiggere i talebani in Afghanistan. Bisognava non scappare poiché anche i talebani (sebbene avversari dei russi) sono un evidente segno del potere della regressione orientalista. Putin e i talebani riusciranno a ricompattare l’Occidente? Sì, se si capiscono i fondamentali della nostra esistenza di gente che vve qui dove muore il Dio-Sole. E dove è nato il Dio-Uomo!

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