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lunedì, Settembre 16, 2024

L’indimenticabile estate del 1994 quando riemerse l’antico paese sommerso di Fabbriche di Careggine

L’irripetibile estate del 1994: quella, per intenderci, del prosciugamento del lago di Vagli e il ritorno alla luce del sole dell’antico abitato di Fabbriche di Careggine. Quindi in questa estate ricorre il trentesimo anniversario di un avvenimento che portò sul fondale dell’invaso centinaia di migliaia di persone per godersi uno spettacolo più unico che raro. Anche moltissimi arrivarono dai paesi europei, dagli Stati Uniti e dal Giappone. Dalla Svezia venne addirittura una troupe cinematografiche per girarvi un film. La strada che da Poggio porta a Vagli Sotto era sempre invasa dalle auto con un traffico mai visto da queste parti, mentre dal sovrastante paese di Careggine un elicottero portava nell’invaso quei turisti che non avevano voglia di sottoporsi a interminabili code.

Quest’anno ricorrendo appunto il trentesimo anniversario di quell’evento si sperava che l’invaso fosse prosciugato un’altra volta, ma dopo una fondata speranza, la speranza è rimasta tale e quale. Una diga alta 92 metri che può contenere fino a 43 milioni di litri d’acqua impedisce quindi di tornare al passato per cui rimane solo il ricordo di quell’irripetibile estete del 1994, quando in una notte di luna di luglio l’Enel organizzò un concerto sinfonico poco distante dal paese sommerso. L’orchestra Modigliani di Livorno con la partecipazione del grande chitarrista Alirio Diaz mandò in visibilio le centinaia e centinaia di ascoltatori che si erano seduti sul fondale. Fu una notte memorabile che raggiunse il suo culmine con l’esecuzione del celebre “Concerto di Aranjuez” in cui la chitarra di Alirio Diaz mandò tutti in visibilio.

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Ma a parte il campanile della chiesa di San Teodoro, la cui sommità fu la prima ad apparire durante il prosciugamento e l’ultima ad essere sommersa durante il riempimento dell’invaso, un’emozione del tutto particolare provammo camminando sopra ciò che resta del ponte sull’Edron – il fiume immissario del lago – della mitica Via Vandelli che avrebbe dovuto varcare l’Appennino. Camminando poi fra ciò che resta di quelle antiche stradine e fra i ruderi di quello che ebbe ad essere un industrioso paese che a quel tempo sorgeva lungo il corso del già citato Edron (Ladrone) ci venne in mente don Ezio Radicchi, soprattutto con i suoi ricordi essendo stato l’ultimo parroco di Fabbriche di Careggine che avevamo avuto modo di incontrare nella chiesa del vecchio ospedale di Massa.

Il ponte sull’Edron e il campanile della chiesa di San Teodoro del paese di Fabbriche di Careggine

Ma anche riandammo col pensiero all’origine del paese e dei suoi primi abitanti, le cui origini vengono fatte risalire addirittura al XIII secolo quando venne fondato da alcuni fabbro-ferrai giunti dal bresciano. Si dice anche che nel 1755 l’allora Duca di Modena Francesco III, per incentivare la loro maestria nella costruzione d’armi, li esonerò persino dal pagare qualsiasi tassa e niente meno l’esenzione dal servizio militare. Che allora era un livello da pagare obbligatoriamente a causa delle guerre fra stati e staterelli che allora facevano dell’ Italia un’espressione geografica.

Non sappiamo se a distanza di trent’anni i ruderi di Capanne di Careggine siano gli stessi di 30 anni fa o si siano ulteriormente deteriorati, ma è quest’ultima ipotesi che ovviamente prevale perché ancora sommersi da così tanto tempo è difficile pensare diversamente. Quindi nella memoria collettiva è bene che rimanga l’immagine di quell’indimenticabile estate del 1994, che sotto l’esperta regia dell’allora sindaco di Vagli Ilio Giorgi, è rimasta memorabile per tutta la Garfagnana.

Mario Pellegrini

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