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venerdì, Novembre 22, 2024

Mercati verso un consolidamento. Ma il rialzo azionario sarà più solido se si prenderà una pausa

Riceviamo e pubblichiamo l’edizione di marzo 2024 del podcast “Al 4° piano” con  Alessandro Fugnoli, strategist di Kairos Partners SGR (maggiori approfondimenti sul sito web www.kairospartners.com).

Un mercato prezzato per la perfezione è per definizione fragile. Anche se la perfezione alla fine si realizza, se cioè l’economia continua a crescere e l’inflazione si stabilizza su livelli rassicuranti, durante il percorso è inevitabile che ci siano momenti di incertezza.

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Se questi momenti di incertezza si accompagnano, oltre a valutazioni elevate, anche a posizioni speculative cariche, allora la correzione, prima o poi, diventa inevitabile.

In alternativa a un’ondata di prese di profitto che pesano sulle quotazioni, il mercato ha a disposizione un’altra forma di disintossicazione, in questo caso morbida. Questa possibilità consiste in una fase laterale un po’ più lunga e con un aumento della volatilità tale da indurre chi è sovraccarico ad alleggerire le sue posizioni senza farsi male.

Prevedere il timing di una correzione è praticamente impossibile. Come regola, prima avviene e meglio è, perché così può essere più dolce. La saggezza antica indica in maggio il mese in cui vendere. Non è superstizione, ma la semplice constatazione di come funzionano i mercati.

L’anno infatti inizia tipicamente con gli operatori professionali scarichi di posizioni e pronti quindi, se le condizioni generali lo consentono, a comprare titoli. Questi acquisti fanno salire le quotazioni e questo richiama altri acquisti, questa volta da parte di investitori individuali. A un certo punto il rialzo prende velocità e prosegue inerzialmente, senza bisogno, per qualche tempo, di essere supportato da conferme positive dall’economia reale e dai conti delle società.

A un certo punto, quando gli investitori sono carichi, il mercato diventa vulnerabile e questo accade tipicamente dopo qualche mese di rialzo ininterrotto.

Non occorre che ci sia un motivo esterno per fare partire la correzione. Spesso basta che il mercato, o anche un singolo titolo come è accaduto a Nvidia, si ripieghi su sé stesso, perdendo l’aura di invincibilità.

Per gli investitori un po’ di volatilità in più non deve essere preoccupante, a condizione ovviamente che la tendenza di fondo rimanga positiva. Per capire la tendenza di fondo si guardano i tassi e la crescita degli utili.

Qui vediamo subito una cosa curiosa. Il rialzo azionario è iniziato 18 mesi fa, ma da allora i tassi hanno continuato a salire. Il tasso di policy era in America del 3.25 per cento nell’ottobre 2022 e oggi è del 5.50. Il decennale rendeva allora il 2.80 e oggi il 4.10. Un marziano direbbe che i tassi alti fanno bene alle borse. In realtà quello che spiega l’ottimo andamento dell’azionario è soprattutto l’andamento degli utili, che dopo il minimo del 2020 hanno continuato a crescere. In parte questa crescita è stata dovuta all’inflazione, ma l’apporto di gran lunga maggiore, soprattutto nell’ultimo anno, viene dalle società della tecnologia. Il rialzo di queste ultime, dunque, non è effetto di mode o di bolle ma, finora, di ottimi utili.

Quest’anno e il prossimo la crescita degli utili dovrebbe continuare e in più a giugno inizierà un ciclo di prudenti tagli dei tassi. La tendenza di fondo dell’azionario dovrebbe quindi mantenersi positiva.

Più che ruotare da un settore all’altro, gli investitori dovranno diventare più selettivi all’interno di ogni settore. Si pensi ai famosi Magnifici Sette della grande tecnologia. Nvidia, dall’inizio di quest’anno, è salita del 76 per cento. Tesla è invece scesa del 30.

Ogni società fa dunque storia a sé. Con gli indici che rallenteranno la loro corsa, diventerà più importante studiare le singole società. Sarà più impegnativo, ma sarà anche più redditizio

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