Quando l’esame istologico e una Pec/Tac negativa hanno confermato il buon esito dell’intervento chirurgico a guida radiometabolica, la squadra di medici che ha seguito il caso di un paziente affetto da melanoma non ha potuto fare a meno di sentirsi orgogliosa del lavoro di équipe condotto all’ospedale di Massa.
A illustrare quale sia stata la nuova procedura multidisciplinare che ha permesso di ottenere questo bel risultato è Pietro Bertolaccini, direttore del reparto di medicina nucleare all’ospedale “Apuane”, che fa parte dell’Azienda USL Toscana nord ovest.
“Il caso – spiega Bertolaccini – si riferisce ad un paziente che dopo l’iniziale asportazione di un melanoma, ha sviluppato alcune metastasi sottocutanee. Dopo diversi trattamenti inefficaci, è stato deciso, in maniera collegiale, di asportare chirurgicamente le lesioni su guida radiometabolica. Un metodo utilizzato per la prima volta in dermatochirurgia per asportare lesioni multiple sottocutanee metastatiche e che è una variante della chirurgia radioguidata classica, utilizzata nell’asportazione delle lesioni non palpabili della mammella”.
La chirurgia radioguidata classica viene utilizzata da diversi anni per la ricerca del “linfonodo sentinella” principalmente nel melanoma e nel tumore della mammella. Si chiama “sentinella” appunto, perché è il primo linfonodo ad essere interessato da una possibile metastasi. Una volta identificato mediante una linfoscintigrafia, viene rimosso ed esaminato per determinare se sono presenti cellule tumorali. Un risultato negativo suggerisce che il cancro non si è ancora diffuso ai linfonodi vicini o ad altri organi. Un risultato positivo indica che il cancro è presente nel linfonodo sentinella e che potrebbe essersi diffuso ad altri linfonodi vicini e ad altri organi. Queste informazioni possono aiutare il medico a determinare lo stadio del cancro e sviluppare un piano di trattamento appropriato.
“La chirurgia a guida radiometabolica, invece, che abbiamo applicato nel caso del paziente in questione, è una metodologia più complessa e più avanzata – prosegue Bertolaccini – perché dal punto di vista strettamente clinico consiste nell’inoculo intralesionale, sotto guida ecografica, di un tracciante radioattivo costituito da macroaggregati di albumina umana serica, coniugati con 99m-Tecnezio e con successivo utilizzo di una apposita sonda per la rilevazione delle radiazioni gamma. Ciò consente la precisa localizzazione intraoperatoria delle lesioni sottocutanee, guidando la resezione chirurgica. E’ stato così possibile individuare, in fase preoperatoria, l’esatta localizzazione della lesione tumorale e la presenza dell’intera lesione al centro del tessuto asportato, con margini di resezione sufficienti”.
“Siamo orgogliosi -sottolinea Bertolaccini– che nella nostra Azienda sia stato possibile eseguire questa procedura, a cui hanno fattivamente collaborato Alessio Auci, direttore della Radiologia interventistica di Massa, Ferdinando Buffoni, responsabile della Chirurgia radioguidata della Medicina nucleare di Massa, Andrea Mambrini, direttore del reparto di Oncologia di Massa, e Giovanni Bagnoni, direttore della Dermatologia di Livorno e Massa, nonché responsabile della Melanoma Skin Cancer Unit, della quale fanno parte oltre alla nostra Azienda, il Cnr e l’Azienda ospedaliera universitaria pisana. E’ un classico esempio di medicina multidisciplinare, che trasforma applicazioni tecnologiche in nuovi strumenti terapeutici che cercano di migliorare la salute umana, riducendo la morbilità e la mortalità delle malattia”.
“In definitiva – conclude Bertolaccini – la pratica clinica non è solo il punto di arrivo,ma anche di verifica e ripartenza. Un team multidisciplinare deve ricevere necessariamente un feedback dalla clinica e questo feedback deve essere fondamentale per percorrere a ritroso il percorso,apportare miglioramenti o aprire nuove strade, e produrre strumenti nuovi o migliorativi da portare nuovamente e, se possibile, immediatamente, in clinica”.
“All’ospedale di Massa – aggiunge Bertolaccini – vengono eseguiti circa 530 linfonodi sentinella all’anno: 200 per il melanoma e 330 per la neoplasia della mammella, grazie alla collaborazione con la senologia e la dermatologia dell’ospedale Versilia, dirette rispettivamente dal Duilio Francesconi e da Franco Marsili, e con la senologia e la dermatologia di Massa, dirette da Gina Tassinari e da Giovanni Bagnoni“.