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mercoledì, Ottobre 9, 2024

Obesità infantile: l’esperto Giovanni Balzano indica le regole da seguire per prevenire e combattere il problema

Non solo economia e finanza. “Leasing Magazine”, il mensile diretto da Gianfranco Antognoli, affronta anche tematiche legate alla salute. Nel numero di maggio che a breve sarà disponibile sia in versione online che cartacea, è infatti possibile leggere un contributo del dottor Giovanni Balzano sul tema “Obesità infantile: un problema emergente”, che riceviamo e pubblichiamo in anteprima. Il dietista nutrizionista analizza la questione, spiega le conseguenze sulla salute dell’obesità e indica ai genitori una serie di regole da seguire.

L’obesità infantile è oggi una delle più grandi emergenze sanitarie nei paesi più sviluppati, e l’Italia detiene, purtroppo, il primato europeo di bambini e adolescenti con eccesso di peso. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità in l’Italia un bambino su due risulta essere in sovrappeso e un bambino su cinque obeso. L’eccesso di peso, nel bambino e nell’adolescente, determina molteplici disturbi fisici, medici e psicologici, problemi che fino a qualche decennio fa non si registravano nel mondo pediatrico e che sono destinati a persistere ed aggravarsi nell’età adulta.

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Studi scientifici hanno dimostrato che il 70-80% degli adolescenti obesi sarà un adulto obeso, con tutte le comorbilità ad essa associate. Spesso questo problema non viene percepito dai genitori, che anzi, molto frequentemente, considerano l’eccesso di peso “Salute”, non riconoscendone la reale gravità neppure quando il nutrizionista o il pediatra lo fanno notare. Occorre dunque sensibilizzare maggiormente l’opinione pubblica su questo tema, far chiarezza su quelle che sono le reali conseguenze dell’obesità infantile, su come prevenirla e come curarla, affinché questo problema non venga più sottovalutato.

La prevenzione dell’obesità infantile inizia durante la gravidanza: in questa fase della vita è necessario che la gestante controlli la propria alimentazione e il suo incremento di peso ponderale, che deve essere compreso tra 9 e 15 kg a seconda del peso pregravidico della donna. L’alimentazione deve essere povera di grassi saturi, di zuccheri e ricca invece di grassi polinsaturi, fibra, vitamine e sali minerali.

Dopo la nascita, anche l’allattamento al seno esclusivo, possibilmente fino ai sei mesi e un corretto svezzamento del bambino risultano essere preziosi per scongiurare la futura insorgenza delle problematiche legate al sovrappeso e all’obesità. Il processo di svezzamento dovrebbe iniziare dopo il sesto mese, in quanto il latte materno o formulato assicura fino ad allora un accrescimento ottimale del neonato; in casi di accrescimento superiore alla media durante l’allattamento sarà il pediatra stesso a consigliare uno svezzamento anticipato. Per un corretto svezzamento, in previsione di un possibile rischio futuro di obesità infantile occorre seguire poche semplici regole:

  • Non alimentare il bambino ogni volta che piange: il pianto potrebbe avere significati diversi e corrispondere ad altri bisogni rispetto a quello della fame, quali stanchezza, sonno, coliche.
  • Niente sale nelle pappe nel primo anno di vita, sia per evitare un inutile sovraccarico dei reni sia per fare in modo che il bambino non si abitui a gusti troppo sapidi che rischierebbero di condizionare le sue scelte alimentari future.
  • Niente zucchero aggiunto nel primo anno di vita: questa è una regola fondamentale perché permette al bambino di non assuefarsi al sapore dolce e a non ricercarlo negli alimenti.
  • Attenzione alla quantità di proteine: una dieta ricca di proteine nei primi tre anni di vita si è dimostrata essere un fattore di rischio per lo sviluppo di sovrappeso e l’obesità.
  • Non scoraggiarsi, ripresentare più volte, con pazienza, quell’alimento che il bambino aveva rifiutato in un primo momento, dato che nell’infanzia la preferenza verso un dato alimento è direttamente proporzionale alla frequenza delle precedenti esposizioni a quel cibo.
  • Dopo l’anno di vita il bambino dovrà seguire un’alimentazione normocalorica e bilanciata, basata sui principi della dieta mediterranea, composta da cinque pasti al giorno (tre pasti principali e due spuntini), cinque porzioni al giorno di frutta e verdura, preferendo alimenti a basso indice glicemico, poveri di zuccheri semplici, rispettando le frequenze dei secondi piatti e delle porzioni stabilite in base all’età del bambino.

Analizziamo adesso cosa fare in caso di sovrappeso o obesità infantile. Sicuramente incrementare l’attività fisica è essenziale: le linee guida pediatriche consigliano, a bambini e adolescenti, almeno 60 minuti al giorno di attività fisica spontanea, includendo almeno tre volte alla settimana attività fisica programmata (sport). Dal punto di vista strettamente nutrizionale, fare delle diete drastiche e ipocaloriche è errato e controproducente in quanto il bambino si trova in una fase di crescita e necessita di energia; è opportuno dunque lavorare su quelle che sono le abitudini alimentari del piccolo e modificare le scelte non corrette attraverso delle strategie d’intervento.

Un’abitudine alimentare errata e molto frequente nei più piccoli è quella di saltare la colazione. Spesso questo pasto non viene fatto per pigrizia, per poter dormire quei cinque minuti in più o perché la mamma e il papà non la fanno e i bambini copiano le abitudini dei più grandi. La colazione è il primo pasto della giornata, irrinunciabile poiché fornisce energia dopo il digiuno notturno. Studi scientifici dimostrano come fare la colazione migliori la resa fisica e mentale, oltre a favorire un’equilibrata suddivisione degli altri pasti.

Spesso, infatti, chi non fa colazione arriva alla ricreazione con una fame incontrollabile e si abbuffa di merendine, succhi di frutta, panini ben farciti, introducendo grandi quantità di zuccheri e grassi. È dunque importante mantenere cinque pasti al giorno così da assicurare livelli più fisiologici di glicemia ed evitare l’iperfagia preprandiale (eccessivo ingerimento di cibo nei pasti principali).

Molto spesso i genitori propongono ai loro figli pasti dissociati (a pranzo il primo piatto e a cena il secondo piatto, o viceversa): questo comportamento tuttavia è sbagliato: i bambini in base all’età hanno delle porzioni standard di riferimento diverse da noi adulti e, per avere un corretto accrescimento statuo-ponderale, necessitano di pasti completi (primo piatto, secondo, verdura e frutta).

Quelli sin qui visti sono solo alcuni degli errori più frequenti nei nostri bambini. Per evitare il problema dell’obesità occorre sempre di più educare il bambino a quelle che sono le corrette abitudini alimentari, coinvolgendolo e rendendolo partecipe alle scelte alimentari.

 L’intervento tempestivo da parte di un professionista della salute risulta essere indispensabile per avere una buona risposta clinica. Per molti genitori l’illusione è che con l’età il problema del sovrappeso si sistemi da solo: purtroppo questa superficialità porta a intervenire tardivamente, quando è più difficile ottenere dei risultati clinici significativi e quando magari sono già presenti complicanze dell’obesità.

Prevenire e curare prontamente l’obesità infantile permette non solo di migliorare lo stato di salute attuale dei nostri figli ma anche di garantire loro un futuro più sereno.

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