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giovedì, Dicembre 12, 2024

Paolo Nuti partecipa alla grande mostra pistoiese su Collodi con il quadro “Pinocchio e i Carabinieri”

Presso la “Biblioteca San Giorgio” di Pistoia il 10 febbraio prossimo verrà inaugurata la mostra “Pinocchio e i Carabinieri”, promossa dalla Fondazione Nazionale “Carlo Collodi” ed a cura di Filippo Lotti e in collaborazione con “Fuori Luogo-Servizi per l’arte”. All’annuncio di questa iniziativa hanno risposto circa ottocento pittori fra cui il viareggino Paolo Nuti che vi sta partecipando con un quadro quanto mai esaustivo del rapporto fra i Carabinieri e il burattino creato dalla fantasia di Carlo Lorenzini (alias Collodi). Si tratta di un’opera che esula dal discorso pittorico che da anni questo artista va portando avanti con grande successo in campo nazionale, dove su sfondi realistici appaiono figure statiche che sembrano muoversi da un momento all’altro: pesci, uccelli e barche. Anche se è vero, come è vero, che in passato alcune deviazione lo hanno impegnato, ma in occasioni eccezionali come, appunto, quella di partecipare a questa mostra in onore di un Pinocchio che è conosciuto in tutto il mondo.

Diplomatosi presso l’Istituto d’Arte “Passaglia” di Lucca, ha avuto come primo mentore il concittadino gallerista, scrittore, pittore e poeta Cristoforo Mercati, al tempo conosciuto con lo pseudonimo “Krimer”. Questi, infatti, ebbe ad organizzargli nel 1973 la prima mostra presso la Galleria d’Arte Bramante di Vigevano. E da quell’anno c’è stato un continuo avvicendarsi di mostre, soprattutto in Alta Italia dove, guarda caso, ebbe ad avere inizio la sua carriera di insegnante di disegno e di storia dell’arte a Pavia nella cui zona si presentò al pubblico come pittore. Poi da Pavia ad Empoli e infine il ritorno a Viareggio dopo il pensionamento. Ma i suoi contatti con la Lombardia non si sono mai interrotti perché ultimamente ha esposto con successo a Robbio Lomellina.

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Quindi era quasi scontato che accettasse l’invito di partecipare a “Pinocchio e i Carabinieri”, come del resto alla collettiva fiorentina per il 700° della nascita di Dante, dove anche in quell’occasione ebbe ad uscire dai binari tradizionali per omaggiare il Sommo Poeta. Dove al tradizionale profilo, ne aggiunse un secondo e poi un terzo, ma in chiaro-scuro, affinché da questa tutti potessero estrapolare ciò che nel futuro avrebbero pensato di lui e sulla sua opera immortale. E questo a dimostrazione che la sua arte figurativa esula dalla tradizione “salmastrosa” dei suoi concittadini pittori, per occupare spazi e figure che appartengono solo a lui. Infatti, come giustamente ha scritto di lui Silvia Dolfi, Paolo Nuti ha un “modo dettagliato ma mai statico di riprodurre i soggetti calati in un contesto straniante che regala una patina di sogno al quadro e crea un collegamento tra inconscio e realtà, grazie a un trasgressivo svuotamento della tela”.

Mario Pellegrini

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