Riceviamo e pubblichiamo un intervento dei segretari generali regionali di Feneal Uil Toscana e Fillea Cgil Toscana, Daniele Battistini e Alessia Gambassi, sul tragico incidente del lavoro avvenuto a Firenze nel cantiere per realizzare un nuovo centro commerciale.
Feneal Uil Toscana e Fillea Cgil Toscana esprimono vicinanza alle famiglie delle vittime, stringendosi attorno al loro dolore. Un pensiero va ai compagni di lavoro che hanno visto strappare la vita dei colleghi all’interno del cantiere; tanta è la rabbia perché i numeri degli infortuni registrati in edilizia sono inaccettabili.
In un paese che vuole definirsi civile come il nostro, in una democrazia fondata sul lavoro non può esserci più spazio per tragedie come quella avvenuta a Firenze.
Nell’attesa che vengano chiarite le dinamiche dell’incidente da parte dagli organismi preposti, riteniamo che all’origine degli infortuni non ci sia mai solo fatalità o sfortuna. Si muore per insufficienza dei controlli nei luoghi di lavoro dovuti alla carenza di ispettori: occorrono nuove assunzioni per potenziare l’Ispettorato del Lavoro, strumento per noi fondamentale e centrale nel contrasto agli infortuni, soprattutto in una logica di coordinamento nelle attività di prevenzione insieme ad Asl, Inail ed Inps.
Cantieri dove i ritmi di lavoro sono incessanti, dove la dirigenza antepone il guadagno alla sicurezza, facendo prevalere la logica del profitto. Si lavora in un appalto dato in subappalto, con la chiara conseguenza che ad ogni passaggio l’impresa che prende i lavori deve mirare al risparmio e finisce quasi sempre per risparmiare sui materiali, sul costo contrattuale e sulla sicurezza dei lavoratori. Non a caso si registra la maggioranza degli infortuni gravi e mortali tra il secondo e il terzo grado di subappalto. In particolar modo laddove si applicano i subappalti si insinua più frequentemente il lavoro nero e irregolare, e di conseguenza dumping contrattuale e sfruttamento.
Chiediamo alle istituzioni regionali di farsi carico, da subito, del problema. C’è bisogno di un atto di responsabilità da parte di tutta la politica con un impegno serio delle istituzioni, le quali devono dare risposte, partendo da alcune priorità per noi fondamentali e non più rinviabili:
- Devono essere investite risorse per rafforzare le strutture preposte ai controlli, con assunzioni nei dipartimenti di prevenzione delle Asl e dell’ispettorato del lavoro.
- Va riconosciuto il giusto ruolo a RLS e RLST, che svolgono assieme alle RSU un ruolo prezioso di presidio nei luoghi di lavoro; il loro deve essere un coinvolgimento ancora più attivo nell’organizzazione del lavoro, attraverso il quale poter incidere maggiormente sul benessere lavorativo delle lavoratrici e dei lavoratori. Aumentare i loro presidi significa fare maggiore attività di prevenzione.
- Solo le imprese regolari, che rispettano i requisiti di legalità, sicurezza e corretta applicazione dei CCNL stipulati dalle OO.SS. maggiormente rappresentative possono partecipare ai finanziamenti pubblici.
- Va istituita la Patente a punti per le aziende, in modo da premiare nell’accesso alle gare quelle serie e virtuose andando a penalizzare quelle irregolari e inadempienti nell’ambito della salute e sicurezza. Sono necessari investimenti cospicui per i progetti Inail di ricerca e implementazione di nuove tecnologie per ridurre infortuni e malattie professionali.
- Dobbiamo mettere in campo ogni azione necessaria per promuovere la cultura della sicurezza, partendo da orientamento e ascolto all’interno delle scuole, cominciando a parlare di temi come prevenzione e formazione fin dalla giovane età. Un percorso che comincia sui banchi di scuola, inserendo questo tema come materia di studio, come educazione civica, accompagnando ragazze e ragazzi all’interno di tutta la vita lavorativa. Una formazione che non sia limitata alle lavoratrici e ai lavoratori ma che sia mirata anche ai datori di lavoro, perché tutto parte dalla conoscenza e dalla consapevolezza di quello che può e che deve essere fatto per consentire ad ogni lavoratore di rientrare a casa ogni sera alla fine del proprio turno di lavoro. Se su questo tema non c’è cultura, consapevolezza, sensibilità, i dati saranno destinati a peggiorare ancora, superando i 1000 infortuni mortali all’anno come purtroppo già stiamo registrando.
Crediamo fortemente che la sicurezza non possa essere vista come semplice burocrazia o come mero costo da sostenere parte delle imprese, piuttosto debba essere considerata come investimento fondamentale sulla vita delle proprie maestranze. Consapevoli che la diffusione della cultura della sicurezza possa essere perseguibile solo se esiste un pieno e fattivo coinvolgimento di tutti i soggetti, istituzioni, lavoratori e imprese, crediamo che non ci sia più tempo da perdere.
Per questi motivi Feneal Uil e Fillea Cgil chiedono fin da subito alla Regione Toscana di aprire un confronto serio ed approfondito con tutte le parti sociali del comparto assieme alle istituzioni per mettere in campo azioni concrete e mirate.