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venerdì, Novembre 22, 2024

“Gli occhiali di Sostakovic”, Moni Ovadia racconta la vita del compositore russo tra premi e minacce

Il Festival Puccini ospita domenica 13 giugno alle 21,15, nell’Auditorium Enrico Caruso a Torre del Lago, lo spettacolo  “Gli occhiali di Sostakovic”  un testo teatrale di Valerio Cappelli dedicato al grande compositore russo Dmitrij Sostakovic (1906-1975), vissuto durante il regime staliniano. Lo spettacolo –  coproduzione con Teatro dell’Opera di Roma,  Ravenna Festival e Fondazione la Fenice – che vede protagonista Moni Ovadia, è arricchito da musica registrata e musica dal vivo oltre a proiezioni che riproducono immagini, fotografie, che documentano la vita del compositore.

Sostakovic ha avuto i massimi onori e le maggiori umiliazioni, ha avuto i funerali da eroe di Stato ma dormiva con la valigia accanto al letto, temendo di essere arrestato da un momento all’altro. Sostakovic è stato il compositore più decorato e frainteso, più premiato e minacciato. Ha dovuto fare i conti con i condizionamenti del potere, cercando di mantenere per quanto possibile la sua verità artistica.  La sua vita è già, essa stessa, un corto circuito drammaturgico. Fu accusato dalla Pravda di formalismo, contravvenendo al diktat del partito comunista che chiedeva opere musicali patriottiche inneggianti al realismo socialista e all’ottimismo rivoluzionario. Gli commissionarono la Nona Sinfonia, doveva essere la risposta sovietica alla Nona di Beethoven, e lui compose un breve irriverente componimento di venti minuti. Della sua opera Lady Macbeth, la Pravda scrisse un articolo intitolato “caos anziché musica”.

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 “In questo spettacolo – dichiara Valerio Cappelli, regista e autore del testo –  come in un gioco di specchi, con Moni Ovadia abbiamo provato a rimontare queste note con la sua vita, attraverso le sue parole e la sua musica, ora registrata ora eseguita dal vivo, dalla polistrumentista Giovanna Famulari. Ho scelto musiche iconiche, adatte al momento descritto nella drammaturgia. E’ uno spettacolo con una dimensione storica, tra parole, note, arredi scenici, fotografie, immagini. E’ un racconto in presa diretta dove la voce di Sostakovic si fa filtro di un’epoca tragica. Non è un itinerario cronologico. Sono flash, basati su appunti e documentazione autentica sulla vita di un gigante della musica che ha lottato con i fantasmi del suo tempo, con cui ha dovuto venire a patti, e con i suoi fantasmi. L’intento è quello di restituire anche il sapore dell’epoca, ma anche della Russia di oggi, in una musica che riflette il tempo drammatico in cui è stata scritta: la Settima Sinfonia, composta durante l’assedio di Leningrado, divenne un simbolo della resistenza all’invasione nazista, e nello spettacolo quelle note saranno accompagnate da immagini su quell’assalto di 900 giorni che incontrò una resistenza stoica, inaspettata; scrisse l’Ottava Sinfonia nel 1943, raccontando il cataclisma bellico”.

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