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giovedì, Aprile 25, 2024

“Il dentifricio è una bellissima parola”. In mostra le opere astratte e ironiche di Tommaso Panichi

Sarà inaugurata domani alle 18,30, alle Scuderie Granducali di Seravezza, la mostra personale di Tommaso Panichi “Il dentifricio è una bellissima parola”, curata da Estefania Nativo. La mostra sarà visitabile fino al 12 giugno.

“Tommaso Panichi – scrivono i promotori – , giovane artista autistico, offre allo spettatore la scoperta di un linguaggio autentico e connaturato, spontaneo e immediato, intento a raccontare gli eventi reali della propria vita che nell’opera si traducono in segni astratti dal forte impatto emotivo. Segni astratti per noi spettatori che ancora non conosciamo questa lingua. Guardando infatti con occhio attento si scopre uno schema preciso che rivela una frequente presenza di elementi caratterizzati da un forte segno, veloce, deciso, sicuro, che riempie le superfici delle sue tele. Queste sono le sue parole, i suoi caratteri, i suoi soggetti che conquistano il loro spazio rendendo la pittura astratta un racconto, o come piace definirlo a Tommaso, la sua ‘Fiaba’”.

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“La mostra di Tommaso Panichi – proseguono – vuole portare lo spettatore a immergersi nel suo mondo e sconfiggere insieme a lui il confine tra scrittura e segno, tra disegno e pittura, tra astratto e figurativo. Le opere racconteranno, come già anticipa il titolo stesso della mostra, ‘Il dentifricio è una bellissima parola’, i suoi interessi e le sue passioni, frammenti del quotidiano, ricordi del passato. Potremo quindi ammirare e rivivere insieme a lui scorci di vita che sono stati impressi per sempre nelle sue tele, sulle quali impiega svariate tecniche artistiche come l’acquerello, la pittura ad acrilico e ad olio, utilizzando spatole, pennelli, e anche il dripping. Il titolo di ogni opera è importante tanto quanto l’opera stessa, queste rappresentano una guida per comprendere al meglio il linguaggio artistico utilizzato da Tommaso e quali pensieri accompagnano il momento stesso della creazione dell’opera”.

Inoltre, “ci permettono di conoscere un importante tratto caratteristico di Tommaso: la sua spiccata ironia. Avvicinarsi alle sue opere, infatti, significa accettare implicitamente un gioco e, così facendo, abbandonare ogni preconcetto legato al mondo dell’arte e all’autismo e alla fusione di questi”.

Le opere di Tommaso Panichi richiamano sul piano stilistico quelle di molti espressionisti astratti, tra cui l’artista Joan Mitchell le cui opere sono caratterizzate da ampie pennellate, dalla gestualità decisa e audace, e con le quali rivive ricordi attraverso il gesto artistico. Afferma Joan Mitchell: “I miei dipinti sono intitolati dopo che sono finiti. Dipingo dai paesaggi ricordati che porto con me, e ne ho ricordato i sentimenti, che ovviamente si trasformano”.

“Vi è una importante traccia – concludono gli organizzatori – anche dell’artista statunitense CY Twombly che si muove tra linea, disegno e segno grafico, come lui anche Tommaso, arrivando così a una semplificazione del segno, spesso pittorico, graffiato, ripetitivo o casuale, talvolta ossessivo. Ad accomunarli, anche il richiamo all’infanzia, quella fase della vita in cui tutto è ancora autentico, pieno d’incanto e libero, ed è su questo punto che scopriamo anche alcuni tratti di un altro movimento, quello Surrealista. Tommaso è infatti guidato da una libertà spirituale, un fluire naturale e privo di preconcetti: le sue opere vengono eseguite senza disegno preparatorio e il suo gesto è automatico e spontaneo”.

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