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giovedì, Aprile 18, 2024

Il perdono e una figura riabilitata. Il commissario Luigi Calabresi raccontato dalla moglie Gemma

Il 17 maggio 1972 veniva ucciso il commissario Luigi Calabresi. Una spietata esecuzione sotto casa, in via Cherubini a Milano. Erano gli anni della strategia della tensione, di un’Italia dilaniata dal terrorismo. Quell’omicidio era firmato da Lotta Continua che imputava a Calabresi un ruolo nella morte di Giuseppe Pinelli, l’anarchico accusato dopo l’attentato di piazza Fontana. Per l’omicidio Calabresi furono quattro i condannati: due come esecutori e due come mandanti.

Sono passati cinquant’anni e il delitto Calabresi viene rivisitato domani, martedì 2 agosto alle 21.30, in un appuntamento nel quadro de “Gli Incontri del Principe”, realizzati dal Grand Hotel Principe di Piemonte di Viareggio in collaborazione con l’amministrazione comunale di Viareggio. Sul palco di piazza Maria Luisa l’inviato de ”Il Giornale” Stefano Zurlo, che conduce tutti i talk show, intervista Gemma Calabresi, la vedova del
commissario.

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Sarà come rimettere indietro la lancetta del tempo. Parlando di quel giorno che le ha sconvolto la vita Gemma Calabresi si è dimostrata molto serena. “Sono passati 50 anni un tempo lunghissimo, in cui Luigi Calabresi lo abbiamo sempre portato con noi, perché, come dico io, la memoria ha le gambe, non è statica, deve andare avanti. È stato impegnativo, perché ci siamo dedicati a rendergli giustizia non solo nelle aule dei tribunali dove abbiamo atteso fiduciosi la verità ma ci siamo dedicati a ripulire la sua memoria dal fango, gettato dalle calunnie e dalle campagne politiche di stampa degli anni Settanta. È stato un lungo percorso ma oggi finalmente l’immagine di Luigi Calabresi nel Paese corrisponde a quello che lui era veramente, una persona onesta, appassionata, che amava il suo lavoro. Io oggi, arrivata a questo punto della mia vita, provo un senso di serenità e di grande pace, anche grazie a tutti voi”.

A cinquant’anni da quella tragedia è arrivata in libreria la testimonianza di amore e di perdono di questa donna che è riuscita non solo a sopravvivere alla tragedia dell’uccisione del marito ma a essere anche una delle voci più autorevoli nel raccontare quegli anni. Il libro si intitola “La crepa e la luce” (Mondadori).

L’incontro di martedì, come tutti quelli in programma, è a ingresso libero e viene proposto in diretta sui canali social del Grand Hotel Principe di Piemonte.

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